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giovedì 22 settembre 2016

"Away" di Hagio Moto


Autore: Hagio Moto
Anno di prima pubblicazione: 2013
Numero di volumi: 2
Edizione consultata: Flower Comics
Editore: Shōgakukan

Le premesse c’erano tutte. Un racconto di fantascienza di Komatsu Sakyō (1931-2011), una bella ambientazione e un tema affascinante: che cosa accadrebbe se una mattina, all’improvviso, gli adulti scomparissero dalla Terra? Riuscirebbero i bambini a cavarsela da soli? Hagio Moto, classe 1949, non ha mai fatto mistero del suo interesse per la fantascienza e in particolare per i racconti di Ray Bradbury e di Ursula Le Guin. Dopotutto, buona parte della sua produzione artistica è ampiamente ascrivibile al genere della SF, da 11nin iru (Siamo in 11!, 1975) a Sutā reddo (Star red, 1979), fino a Gin no sankaku (Triangolo d’argento, 1982) e Mājinaru (Marginal, 1985). Perfino in opere minori come Umi no aria (Aria del mare, 1989) e Abunai oka no ie (La casa sulla pericolosa collina, 1992), Hagio Moto era riuscita a presentare contesti narrativi di grande interesse, con personaggi altrettanto singolari e magnetici. Eppure, non si può dire la stessa cosa per Away (2013), un’opera che non convince appieno, ogni tanto annoia, pur lasciandosi leggere senza però alcun trasporto emotivo. Anche i commenti dei lettori su Amazon Japan sembrano oscillare tra l’esaltazione e la delusione; tra chi ama incondizionatamente i lavori di Hagio (belli o brutti non importa) e chi tenta un’analisi più ragionata di questo suo lavoro. Se da una parte leggiamo pareri entusiastici («Più che nei racconti di ambientazione storica o familiare, Hagio Moto riesce a dare il meglio di sé con la fantascienza»; «Una tenerezza e una tristezza intollerabili, ma anche ragione e speranza: sono gli elementi di cui si compone quest’opera»), dall’altra non possiamo non tener conto anche di quelli negativi («Non è così interessante come mi aspettavo. Anche se uscirà il seguito, non lo comprerò»; «Forse le aspettative erano troppo alte, soprattutto perché si trattava di Hagio Moto (…) Non riesco a consigliare quest’opera ai lettori che hanno amato la perfezione di Triangolo d’argento e Marginal»).

Personalmente, mi trovo d’accordo con chi afferma che quella di Away non sia la solita Hagio Moto: l’ho trovata un po’ sottotono, meno incisiva, forse perché intrappolata nella rete narrativa creata da Komatsu Sakyō. Tranne che per qualche modifica poco rilevante (l’età dei bambini, per esempio), si ha come l’impressione che le due opere seguano gli stessi binari e, quindi, la medesima direzione. C’è poca Hagio Moto e tanto Komatsu Sakyō. Il manga, poi, è affollato di personaggi, di sottotrame, di storie bruscamente interrotte e di un finale affrettato. Come mai? La causa principale credo sia stata la pubblicazione discontinua: il manga è apparso tra il 2013 e il 2015 sulle pagine di «Gekkan Flowers», con oltre dieci mesi di distanza tra il primo e il secondo episodio. Tutto ciò ha di certo influito sulla (non) popolarità dell’opera, realizzata oltretutto in contemporanea con il ben più impegnativo Ōhi Marugo (La regina Margot, 2012-). C’è chi sostiene che il manga fosse tra i meno seguiti della rivista e, perciò, costretto a chiudere il prima possibile. Il tema, ripeto, è molto interessante ma è lo sviluppo della trama a non convincere. In sostanza, esisterebbero due mondi, il primo popolato soltanto da neonati, bambini e adolescenti (chiamato Away), il secondo da adulti (chiamato Home). Quando nasce un bambino nel mondo degli adulti, viene subito “trasferito” nel mondo dei bambini e, viceversa, quando compie diciotto anni, viene nuovamente “rispedito” nel mondo degli adulti. Il focus della narrazione è spesso puntato su Away, nel tentativo di analizzare la vita dei bambini e degli adolescenti senza l’aiuto degli adulti: procurarsi il cibo, cucinare, accudire i neonati, spegnere gli incendi, punire chi commette un omicidio. Bambini che improvvisamente diventano “grandi” e riflettono sulla vita e sulla natura, senza malizia e senza cattiveria. In tutto ciò, si nasconderebbe il messaggio ambientalista della storia, che, ahimè, viene relegato in tutta fretta nelle ultimissime pagine. Nel manga ci sono anche dei momenti intensi, ma sono troppo pochi per risollevarne le sorti. Un'occasione sprecata. 


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