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lunedì 11 maggio 2015

"Erotopia 1974" di Kamimura Kazuo


Autore: Kamimura Kazuo
Anno di pubblicazione: 2014
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Kamimura Kazuo Bibliothèque – Volume Sèparè 01
Editore: Mandarake

Dal 2012 al 2014, la catena di negozi Mandarake ha pubblicato una collana dedicata alle opere di Kamimura Kazuo (1949-86) dal titolo Kamimura Kazuo Bibliothèque. L’idea era quella di dar nuova luce a due opere molto popolari negli anni Settata, ma mai pubblicate in formato integrale: Aku no hana (I fiori del male, 1975) e Rikon Kurabu (Club divorzio, 1974). Per l’occasione, erano state messe in commercio due edizioni, una “rossa” per collezionisti, acquistabile solo nei negozi Mandarake; e un’altra con volumi di diverso colore - nero, verde e giallo - disponibile in tutte le librerie e su Amazon. Va da sé che l’edizione rossa è andata subito a ruba e i primi due numeri, ormai esauriti, vengono venduti su Yahoo Auction a circa 9000 Yen cad. (il prezzo di copertina è di 2.800 Yen).  

Per premiare i lettori, Mandarake ha voluto confezionare un libricino dal titolo Kamimura Kazuo Biliothèque - Volume sèparè 01: per riceverlo gratuitamente, bastava semplicemente inviare due delle tre prove d'acquisto presenti sia nell'edizione standard che in quella "rossa". Il volume – dal titolo Erotopia 1974 – raccoglie tre storie pubblicate nel 1974 sulle pagine di «Manga Erotopia». Due di queste sono sceneggiate da Okazaki Hideo (n.1943), mentre l’ultima può vantare una sceneggiatura dello stesso Kamimura. Come si può ben intuire dalla rivista, si tratta di tre racconti che indagano tra le pieghe di un eros crudele e violento, indissolubilmente legato al concetto di morte. Il connubio eros/thanatos, infatti, si ritrova in ciascuno dei tre racconti, in forme e declinazioni diverse.
In Inpu hengen (Perversa e volubile), la protagonista è una non più giovane ma ancora avvenente attrice, arrivata al successo grazie alla sua interpretazione di Naomi nell’adattamento cinematografico di Chijin no ai (L’amore di uno sciocco, 1924) di Tanizaki Jun’ichirō (1886-1965). Intrappolata in quel ruolo a tratti “demoniaco” e “perverso”, Yukiko – questo è il nome della donna – si allontana gradatamente dalle scene. Durante una vacanza a Karuizawa, viene avvicinata da un suo giovane fan che, in preda a un raptus, la violenta. Anche se in un primo momento Yukiko non riesce ad apporsi a quella cieca e irrazionale brutalità, alla fine riesce a dominare l’uomo, uccidendolo e profanandone il cadavere.

In Rengoku no shōjo (La ragazza del Purgatorio), Okazaki si cimenta ancora una volta con il tema dell’incesto. Protagonista è una ragazza – Tomoko – da poco uscita da un riformatorio dopo un tentato suicidio. Ripudiata dal padre e della madre, Tomoko inizia a covare nei loro confronti odio e rancore e, in cuor suo, medita vendetta. Trascorsa l'adolescenza nell'abiezione più totale, Tomoko riesce col tempo a diventare una famosa prostituta in un bar di Ginza. Proprio lì, incontra di nuovo il padre e ne diventa l’amante: intrappolato nella sua rete, lo convince a chiedere il divorzio dalla moglie/madre e, una volta ottenuto, gli rivela finalmente di essere sua figlia.
Nell’ultimo racconto, Injū no mizuumi (Il lago dei mostri nascosti), il protagonista è un uomo di mezza età, amante delle bellezze della natura ma non degli esseri umani. Legato a una donna che si rifiuta di concedersi a lui, l'uomo arriva a ucciderla e a nasconderne il cadavere nelle profondità di un lago. Presto, i corpi di altre donne scompariranno, rimanendo intrappolati per l’eternità in quel lago e in balia delle sue correnti.
Pubblicati prima del controverso Aku no hana, questi tre racconti offrono un quadro destabilizzante e controverso della sessualità. Nonostante i temi affrontati (violenza, prostituzione, incesto, omicidi), i tre racconti si poggiano su una sceneggiatura valida, sostenuta da un ritmo serrato e dai disegni di un sempre più ispirato Kamimura. A differenza dei racconti erotici realizzati da altri autori per la stessa rivista (si pensi a quelli di Sakaki Masaru o di Maeda Toshio), le opere di Kamimura sembrano voler rifiutare la classica impostazione da racconto erotico: 1) presentazione del personaggio femminile; 2) entrata in scena di quello maschile; 3) descrizione del rapporto sessuale (spesso coercitivo); 4) conclusione.
In questi tre racconti, invece, è la trama a rivestire un ruolo determinate, non il sesso. Quest'ultimo, benché risolutivo per lo sviluppo narrativo, non è il classico espediente per intrattenere il lettore, al contrario, è la chiave di volta per interpretare e spiegare le azioni e i tomenti dei personaggi: alle volte è un obiettivo agognato ma difficilmente raggiungibile, altre volte è un semplice strumento di vendetta.


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