A causa di un’emorragia
celebrale, si è spento il 14 aprile, all’età di 87 anni, il mangaka Kojima Kō. Figura di spicco del
mondo del fumetto giapponese, Kojima era anche conosciuto con l’appellativo di “maestro
dell’ukiyo-e dei tempi moderni” (gendai no ukiyoeshi), grazie soprattutto
alla sua capacità di tratteggiare figure femminili di indubbio fascino e
sensualità. In un messaggio di cordoglio, Tezuka Rumiko, figlia del celebre
Osamu, ricorda come perfino il padre
cercasse di imitarne lo stile, così sensuale, così erotico.
Alla domanda “Che cosa
rappresenta per lei il manga?”, Kojima rispondeva: “Qualcosa che mi piace. Non
ho altro all’infuori del manga. Da piccolo mi piacevano, volevo disegnarli e
diventare un mangaka professionista.
Questo è il peso che ha avuto nella mia vita. È un mondo poetico. Il manga
non è un racconto, ma un poema. Illustrazioni con dei poemi, i miei (…)”.
Cenni biografici
Kojima
Kō nasce a Negishi il 3 marzo del 1928, primo figlio maschio di un artigiano. Trascorsi
gli anni della giovinezza con il terrore della guerra, il giovane Kojima inizia
presto a interessarsi alla pittura. Nel 1943 si iscrive alla scuola d’arte Kawabata
dove frequenta i corsi di design. Proprio in quell’ambiente conosce Katō
Yoshirō (1925-2006), altro geniale artista che lo indirizza alla carriera di
fumettista. Nel 1948, quando i disordini del dopoguerra scompaiono e il
Giappone inizia una lenta e faticosa ripresa, Kojima ottiene una notevole
popolarità grazie al gruppo da lui fondato con alcuni amici, il “Dokuritsu manga-ha” (Gruppo manga
indipendente). Da quel momento, continua a pubblicare ininterrottamente su
diverse riviste, diventando uno degli esponenti di spicco nell’ambito del
cosiddetto “nonsense manga”. Impossibile non associare il suo nome a Sennin buraku (Il villaggio degli
eremiti), uno yonkoma manga (un
manga in quattro vignette) in corso di pubblicazione dal lontano 1956 e,
soprattutto, alle eleganti copertine realizzate per la rivista «Manga Sunday».
La
sua è stata una carriera costellata di importanti riconoscimenti, tra cui il Bungei shunjū mangashō (Premio
manga Bungei shunjū) nel 1968, il prestigiosissimo Shiju hōshō (Medaglia con nastro viola) nel 1990 e il Kyokujitsu shōjushō (Medaglia
dell’Ordine del Sol Levante) nel 2000.
Per leggere alcuni
stralci di una sua intervista contenuta nel volume Kojima Kō - Bijo gashū (Kojima Kō – Belle donne), rimando al
seguente link:
Kojima Kō - Gallery & Interview
Kojima Kō - Gallery & Interview




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