Autore: Azuma Hideo
Anno
di pubblicazione in volume: 1976
Numero
di volumi:
1
Edizione
consultata: Sun Comics
Editore: Asahi Sonorama
Quando si parla di
gag manga (“gyagu manga”)
immediatamente si pensa ai lavori di quel genio di Akatsuka Fujio (1935-2008),
un artista non a caso ribattezzato con il soprannome di “re del gag manga” (gyagu manga no ōsama). Il suo Osomatsu-kun, pubblicato su una rivista
per adolescenti tra il 1962 e il 1969, aveva raccolto consensi unanimi tra i
lettori, suscitando perfino il vivo interesse di uno scrittore come Mishima
Yukio (1925-70). Bisogna fare attenzione, però, a non identificare il gag manga
come un genere esclusivamente per bambini e adolescenti. Certo, potremmo essere
indotti in errore se pensiamo ai titoli di maggiore successo (“Mōretsu Atarō”, “Tensai Bakabon”) e alle riviste che li hanno ospitati («Shūkan Shonen Sunday», «Shūkan Shonen Magazine»). Eppure, questi
gag manga hanno avuto il merito di aver fatto conoscere al pubblico -
soprattutto adulto - uno stile narrativo originale e dissacrante, certamente
inusuale e corrosivo. Si trattava per lo più di storie articolate in brevi
sketch, che pur di strappare un sorriso al lettore, ricorrevano alla satira,
alla parodia, al nonsense, alle allusioni sessuali e ai giochi di parole. Di lì
a poco, anche le riviste per adulti avrebbero dedicato ampio spazio a questo
genere di fumetto, tutt’ora popolarissimo. Tra gli autori che si sono cimentati
con il gag manga è doveroso citare i più rappresentativi: Minamoto Tarō
(n.1947), Yamagami Tatsuhiko (n.1947), Tanioka Yasuji (1942-99), Ueda Masashi
(n.1947) e Azuma Hideo (n.1950). Il tema di questo post, come si evince dal
titolo, sarà proprio Azuma e una sua raccolta di storie brevi.
Artista poliedrico
che ha alternato momenti di grande popolarità a momenti di forte silenzio e
depressione (un tentato suicidio e una dipendenza dall’alcool), Azuma Hideo ha
debuttato nel 1969 ma ha raggiunto il pieno successo nel 1972 con Gonin to futari (Due ragazzi e cinque
vicine di casa, 1972-76) e Yakekuso
tenshi (Un angelo disperato, 1975-80). In Italia, però, è più conosciuto
per altri manga, ma forse più per le rispettive serie a cartoni animati: Orinposu no Poron (Pollon dell’Olimpo,
1977-79) e Nanako SOS (1980-85), due
manga che in Giappone non hanno mai eguagliato – o meglio, neppure sfiorato –
la popolarità di Gonin to futari e Yakekuso tenshi.
Il volume Shikko Mōrō Hakase (Il dottor Shikko
Moreau, 1976) è una raccolta di sette brevi gag manga pubblicati, tra il 1971 e
il 1976, su riviste di shōnen e shōjo manga. In ordine cronologico
troviamo:
-
Mama
(Mamma, 1971): grazie alla macchina del tempo, una donna riesce a muoversi tra
il passato e il futuro. Un giorno, però, incontra un bambino che la scambia per
la defunta madre e la donna gli si affeziona al punto da trasgredire le regole
della sua società. Ci penserà il bambino, diventato adulto, ad aiutarla. Tra
tutte le storie, è, graficamente parlando, la più acerba, così lontana dallo
stile di Azuma che se ne fatica a riconoscere la paternità. Eppure il plot,
benché breve e serioso, resta comunque affascinante.
(Pubblicato su «Bessatsu Shōnen
Magazine» nel maggio del 1971)
- Sērusu ūman
(Saleswoman, 1971): lui è uno studente squattrinato, lei è una commessa di un
grande magazzino della Galassia. Lui non ha un soldo, lei non demorde e cerca
di propinargli qualsiasi cosa, perfino una bella ragazza come fidanzata. Il
problema è proprio quest’ultima, smaniosa di vestiti, mobilia e di una nuova
casa. Il ragazzo è costretto a vendere i suoi oggetti terrestri - tanto rari e
preziosi nella Galassia – e non soltanto quelli. Il finale non tradisce affatto
le regole di un buon gag manga.
(Pubblicato su « Bessatsu
Shōnen Magazine» nel luglio del 1971)
- Yuki onna
(La donna delle nevi, 1975): Sureo non ama affatto studiare e prende sempre i
voti più bassi di tutto l’istituto. Impaurito dalle sadiche minacce di
punizione del professore, Sureo decide di impegnarsi nello studio, ma viene
continuamente disturbato, prima dalla madre, poi dalla donna delle nevi, dallo
yeti, da Babbo Natale e perfino da Gesù Cristo. Il risultato degli esami non
potrà che essere catastrofico.
(Pubblicato sul numero 7 di «Shōnen
King» del 1975)
- Sūpā Sakuran
(Super Sakuran, 1975): Super Sakuran
è un difensore della giustizia motivato soltanto dai soldi e dalle belle
fanciulle. Il raggiro e l’inganno sono per lui le migliori armi per arrivare al
suo scopo. A mettergli i bastoni tra le ruote c’è la sua istitutrice, Super
Junko-chan, che inutilmente cerca di fargli comprendere il significato della
parola “giustizia”.
(Pubblicato sul numero speciale di « Shōnen Sunday» del 1975)
-
Kaitō Beni Oyoyo
(La misteriosa ladra Beni Oyoyo, 1976): Beni Oyoyo è una misteriosa ladra che
si aggira per la città e saccheggia le case. I guai per lei iniziano quando si
imbatte in un giovane squattrinato e debosciato, intenzionato a riprendersi i
dieci yen che la ladra gli aveva sottratto.
(Pubblicato sul numero speciale di Capodanno di «Bōken-ō» del 1976)
- Shikko Mōrō Hakase
(Il dottor Shikko Moreau, 1976): parodia del celebre romanzo L’isola del dottor Moreau (The Island of
Dr. Moreau, 1895) di H.G.Wells (1866-1946). Anche in questo caso, il dottor
Moreau compie studi sugli esseri umani, taglia loro le teste e le mantiene in
vita, crea ibridi e robot. Un po’ squilibrato e anche un po’ possessivo, il
dottore non perde tempo quando ha fame e i suoi pazienti sono le prime vittime
che finiranno in pentola.
(Pubblicato su «Gekkan Shōnen Magazine», da gennaio ad aprile
del 1976)
-
Maetsuchi-kun
(id., 1976): apparso su una rivista per ragazze, il manga racconta le peripezie
di un giovane venditore porta a porta. Le sue inconsapevoli vittime sono sempre
giovani ragazze o donne alle quali cerca di propinare riviste porno e
miracolose pozioni rinvigorenti. Poi, all’improvviso, trova in una scaltra ragazza
la sua perfetta complice.
(Pubblicato su «Bessatsu
Shōjo Friend», dal marzo al maggio del 1976)
Nonostante in
Giappone non venga ristampato da quasi quarant’anni (l’edizione della Sun Comic
è del 1976), questo volume nasconde alcune piccole perle che ripropongono in
sintesi la cifra stilistica di Azuma: ragazzi debosciati invaghiti di giovani
lolite; sottili e mai volgari allusioni sessuali; storie al limite del
grottesco; spassose avventure tragicomiche. Tra tutte, merita una menzione
particolare la serie sul dottor Moreau che, a dispetto della trama, è in realtà
un susseguirsi di buffe vicende, di intelligenti escamotage narrativi e di
improvvisi colpi di scena. La storia si regge in piedi grazie a una serie
infinita di allusioni sessuali e alle gag nate in seguito alle fallimentari operazioni
del dottore. Tutto però è finalizzato a un unico scopo: far ridere il lettore
grazie all’assurdità della storia e ai personaggi fin troppo sopra le righe. Di sicuro non ci troviamo di fronte a un capolavoro del fumetto, ma lo
stile e il genio di Azuma assicurano una lettura piacevole e godibile.


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