Pagine

mercoledì 2 ottobre 2013

"Bakuman" di Ōba Tsugumi e Obata Takeshi


Autori: Ōba Tsugumi – Obata Takeshi
Anno di prima pubblicazione: 2008
Numero di volumi: 20
Edizione consultata: Jump Comics
Editore: Shūeisha

Coppia vincente, si sa, non si cambia mai. Due anni dopo il successo di Desu Nōto (Death Note, 2003-06), Ōba Tsugumi e Obata Takeshi (n.1985) ci riprovano con Bakuman (id., 2008-2012), un manga incentrato sulle vicissitudini di due giovani mangaka. Inutile sottolineare che anche questa serie ha raggiunto, in patria così come all’estero, considerevoli livelli di popolarità, cementata peraltro dall’immancabile serie animata. Come se non bastasse, nel 2010 si è aggiudicata la terza posizione agli annuali Manga Taishō. Qual è, dunque, il tema portante di quest’opera così popolare?
Pubblicata sulle pagine di «Shūkan Shōnen Jump» e successivamente raccolta in venti volumi, la serie racconta la storia di Mashiro Moritaka e Takagi Akito, due studenti col sogno di realizzare fumetti per «Shūkan Shōnen Jump», la rivista per antonomasia dedicata agli shōnen manga. Akito, lo studente modello, sembra essere il più motivato e il più razionale dei due. Infatti, è proprio lui a proporre a Moritaka la formazione di un duo: il primo si occuperà di ideare le storie, il secondo di disegnarle. Moritaka non si lascia coinvolgere troppo dall’entusiasmo di Akito, soprattutto ripensando agli sforzi di suo zio, un ex-fumettista morto dopo aver tentato invano di ritrovare una popolarità ormai perduta. Poi, improvvisamente, Moritaka cambia idea, complice l’amore e l’entusiasmo giovanile: il progetto del duo con Akito riprende vita e i due si impegnano per arrivare al successo.
Bakuman non è il primo e non sarà l’ultimo manga a descrivere la vita dei mangaka giapponesi, basti pensare alla trilogia del “pennino” (Moeyo pen, Hoeru pen e Shin-hoeru pen, 1990-2008) di Shimamoto Kazuhiko (n.1961) o al recente RiN (2012-) di Harold Sakuishi (n.1969). Ma si sa, il mercato del fumetto giapponese è pronto a recepire i nuovi trend e moltiplicarne i cloni in caso di successo. C’è stata la stagione degli shinigami (gli dei della morte), adesso quella dei giganti, tra qualche mese chissà… Durante la serializzazione di Bakuman, ad esempio, la rivista «Shūkan Manga Action»  aveva accettato il progetto Bokuman (Il mio manga, 2011), ideato da Satō Shūhō (n.1973) e disegnato da Ishiki Tokuhiko. Il titolo era un palese richiamo alla serie di Jump (Bokuman anziché Bakuman), mentre a essere divergenti erano gli intenti e le modalità narrative: Satō Shūhō si era proposto di creare un manga che potesse raccontare la vera vita di un fumettista, senza i filtri e le esagerazioni tipiche di uno shōnen manga. Nonostante le ottime premesse, però, la serie è stata interrotta dalla casa editrice al terzo episodio e l’autore si è ritrovato, ancora una volta, al centro di una bufera mediatica. Morale della favola, non tutte le “repliche” riescono a ottenere e a mantenere il successo della matrice originale.
Quali sono, dunque, le carte vincenti di Bakuman? Ha avuto successo soltanto perché è uno shōnen inusuale? Nient’affatto. Contrariamente alle aspettative, le avventure di Bakuman rispettano grossomodo un canovaccio tipico da fumetto per ragazzi e ne ripropongono, seppur con un nuovo arrangiamento, le stesse dinamiche narrative. I tre punti cardine attorno ai quali ruota uno shōnen manga possono essere – forse un po’ troppo banalmente – così esemplificati:
-          il tema della lotta e della competizione (alla stregua di un manga di combattimento, anche il duo di fumettisti dovrà sfidare settimanalmente gli avversarsi - gli altri mangaka  - e assicurarsi un posto di tutto rispetto nella classifica di gradimento del pubblico);
-          il valore dell’amicizia e della lealtà (sia nel caso degli affetti, sia nel caso di una sana rivalità tra antagonisti)
-          il lavoro di squadra, ovvero il riconoscimenti dei meriti del singolo in un lavoro di gruppo.
Gli autori di Bakuman, quindi, non avrebbero fatto altro che adattare, senza alcun stravolgimento, gli stessi temi che hanno animato sin dagli anni Sessanta il mondo dello shōnen manga, trasferendone soltanto i codici in una storia apparentemente inusuale. Insomma, hanno cambiato gli ingredienti ma l’ossatura di base è rimasta la stessa. Forse, l’unica annotazione potrebbe riguardare le parti dialogiche, insolitamente numerose e verbose se paragonate agli standard di uno shōnen manga, molto più dinamico nelle scene, più immediato nella lettura e nella comprensione.
In definitiva, quale giudizio si può esprimere in merito a un’opera come Bakuman? Nonostante qualche ingenuità (fra tutte, l’improbabile storia d’amore tra Moritaka e Azuki), qualche assurdo colpo di scena e qualche arco narrativo poco felice e originale (la popolarità di una serie, ahimè, influisce spesso e negativamente sulla qualità della stessa), Bakuman è un manga tutto sommato godibile e interessante. La storia principale è raccontata con garbo e semplicità, ma ad attrarre ancor di più l’attenzione del lettore sono i retroscena che animano la creazione di un fumetto: l’ideazione della storia, la realizzazione del name, i rapporti con l’editor e con la casa editrice, i temuti shimekiri (le scadenze di consegna delle tavole), le classifiche settimanali di gradimento da parte del pubblico, etc. In più, Bakuman può anche essere letto come un “metamanga”, ovvero un manga nel manga, proprio perché al suo interno prendono vita le serie ideate dai vari fumettisti, attraverso una prospettiva innovativa e quasi del tutto estranea al mondo dello shōnen manga. La parola che alla fine della serie balza nella mente del lettore è sicuramente “sogno”: il finale, forse un po’ troppo scontato e melenso, ci ricorda però che dopo tanti sforzi e sacrifici, è possibile realizzare il proprio sogno. E i due protagonisti ci credono al punto da sceglierlo come motto per il loro nome d’arte, “Muto”, scritto con i kanji di “sogno” (yume) e “avverare” (kanau). Come nella migliore tradizione dello shōnen manga, tutto è bene quel che finisce bene. 



Nessun commento:

Posta un commento