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lunedì 30 settembre 2013

"Akuma no yōna aitsu" di Aku Yū e Kamimura Kazuo


Autori: Aku Yū – Kamimura Kazuo
Anno di prima pubblicazione1975
Numero di volumi2
Edizione consultataNewType 100% Comics
Editore: Kadokawa Shoten

Il  10 dicembre del 1968, alle nove e venti del mattino, un portavalori della banca Nippon Shintaku viene improvvisamente fermato da un poliziotto in sella a una moto: il conducente e la scorta vengono informati della possibile presenza a bordo di dinamite. Convinti dalle parole del giovane poliziotto, i quattro non esitano a lasciare incustodito il portavalori e si allontanano. Improvvisamente, una nube di fumo e alcuni scoppi sembrano dare ragione al poliziotto, ma non appena il fumo si dirada, i quattro si accorgono che il portavalori non c’è più e con esso i trecento milioni di yen custoditi al suo interno. Chi era il poliziotto in sella alla moto? E che fine hanno fatto i trecento milioni di yen?
Ispirandosi a un fatto di cronaca realmente accaduto e rimasto ancor oggi insoluto, Aku Yū (1937-2007) tenta di costruire una storia parallela che possa in qualche modo offrire una spiegazione al mistero del portavalori scomparso. Intendiamoci, non c’è nessun intento investigativo nel suo lavoro, quanto la voglia di provare a costruire un plot attorno a quel misterioso caso passato alla storia come san oku en jiken (per l’appunto, “il caso dei trecento milioni di yen”). All’epoca dei fatti, i media avevano dato grande risalto alla notizia ed era stato pure realizzato un montaggio fotografico che avrebbe dovuto riprodurre le fattezze del viso del giovane poliziotto (Immagine ).


Nonostante alcune piste investigative, ogni tentativo di catturare il colpevole e ritrovare i trecento milioni di yen è risultato vano. Il reato sarebbe caduto in prescrizione nel dicembre del 1975, esattamente sette anni dopo l’accaduto (nonché anno della pubblicazione del manga sulla rivista «Young Lady»). Ecco perché partendo da queste premesse, lo sceneggiatore Aku Yū – famoso in patria soprattutto come paroliere per le Pink Lady, Sawada Kenji, Ozaki Kiyohiko, Iwasaki Hiromi, Saijō Hideki e Ishikawa Sayuri  – ha creato un cast di personaggi a cui Kamimura Kazuo (1949-1986) ha dato vita (Immagine ): si tratta della loro tredicesima e penultima collaborazione (in tutto quattordici, dal 1968 al 1982).


Akuma no yōna aitsu (Un uomo diabolico) è strutturato in 24 capitoli, ciascuno dei quali indica il countdown dei giorni mancanti alla data di prescrizione del reato. Il protagonista e voce narrante è Kamon Ryō, un ragazzo di ventisette anni dal fascino magnetico, ex motociclista in una banda di teppisti ed ex membro di un gruppo musicale. Attorno a lui ruota un cast ben assortito: Hachimura Hachirō, ex ciclista, debosciato, alcolizzato e con problemi alla gamba; Nonomura Shūji, ex poliziotto e ora proprietario di un bar; Shirato Isoroku, detective impegnato nel caso del portavalori scomparso; Hinatsu Eiko, moglie di un facoltoso uomo d’affari e amante di Ryō e Kamon Izumi, sorella diciassettenne di Ryō costretta su una sedia a rotelle.
Il lettore è in parte consapevole che Ryō è il reale colpevole, così come sembrano esserlo molti degli altri coprotagonisti: chi lo difende perché segretamente innamorato (Nonomura Shūji); chi lo minaccia in cambio di soldi (Hachimura Hachirō); chi lo pedina in cerca di prove schiaccianti (Shirato Isoroku); chi lo ama di un amore perverso e dai risvolti sadomaso (Hinatsu Eiko) o chi lo ama con la promessa di una operazione alle gambe (Kamon Izumi). Nessuno però ha la certezza che Ryō abbia commesso il fatto, tranne il lettore che pian piano scopre perfino il luogo dove sono nascosti i soldi (la sedia a rotelle della sorella).
Il manga ebbe una certa risonanza al momento della pubblicazione: Kamimura Kazuo era reduce da alcuni importanti successi (Shurayuki-hime, Dōsei jidai e Shinanogawa) e il suo solo nome contribuiva a dare ulteriore popolarità a una nuova serie. Non a caso, questo Akuma no yōna aitsu venne subito adattato per il piccolo schermo con un terebi dorama in diciassette episodi interpretato da Sawada Kenji (n.1948), idolo incontrastato della scena musicale giapponese tra gli anni Settanta e Ottanta. La scelta di un personaggio maschile, affascinante e al contempo diabolico, sembra azzeccata, soprattutto se si considera il pubblico di giovani donne che era solito leggere «Young Lady». Rimangono, ahimè, alcune perplessità in relazione alla storia.
Lo stile narrativo di  Aku Yū ha una naturale propensione verso il melodrammatico e l’assurdo, spingendo molte volte il lettore a domandarsi sulla liceità di alcune scelte. A tratti, sembra che la storia sia un curioso concentrato di elementi provenienti da B-movie e di escamotage un po’ trash (leoni come animali domestici, infermiere sexy, rapporti schiavo-padrona, etc.), proposti in una successione tale da minare l’intera credibilità dell’impianto narrativo. Nonostante il tema portante della serie fosse reale e quanto mai attuale in quel periodo, gli elementi che ne costituiscono la sua “affabulazione” sono a dir poco esagerati e amplificati: prostituzione maschile, omosessualità, incesto, sadomasochismo, infermità mentale e fisica. Una storia sicuramente “carica” di personaggi e situazioni poco plausibili, ma tutte tese a evidenziare il lato perverso e malefico del cuore di Ryō. A lungo andare, però, si avverte qualche nota stonata di troppo.
I disegni e le scelte stilistiche di Kamimura Kazuo, invece, sono di grande impatto visivo e di rara eleganza. Nonostante in questa serie il protagonista sia un uomo, a rimanere impressi nella mente del lettore sono ancora una volta i personaggi femminili, donne di una bellezza sconvolgente in preda a un amour fou che invade e distrugge il loro animo. Tutto il resto passa in secondo piano, anche la risoluzione del mistero. Non a caso, il manga si conclude 99 giorni prima della data di prescrizione del reato. 

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