Passeggiando per le
strade di Kurashiki - una meravigliosa cittadina nella prefettura di Okayama -
ci si può imbattere in un particolare museo, lo Igarashi Yumiko Museum (Igarashi
Yumiko bijutsukan). Non credo servano presentazioni per un’autrice così
popolare e amata, ma per chi non dovesse conoscerla, gli basti sapere che
Igarashi Yumiko (n.1950) è la disegnatrice del manga di Kyandi Kyandi (Candy Candy, 1975-79) e di Jōjī! (Georgie!, 1982). A tredici anni
dalla sua apertura avvenuta nel maggio del 2000, il museo continua ancora oggi
a richiamare visitatori da tutto il Giappone, complice l’eroina
più famosa della Igarashi, Candy Candy per l'appunto. Eppure, all’interno del museo non c’è traccia della bionda orfanella, così come di tutte le altre protagoniste dei manga
nati in collaborazione con la sceneggiatrice Mizuki Kyōko (n.1949). Forse, l’unica traccia può essere
quella rimasta sulla parete principale dell’edificio: nel 2000, infatti, il
museo faceva sfoggio di un’iscrizione dorata che recitava “I ♥ CANDY MUSEUM” , oggi “scrostata” e ridotta al semplice “I ♥ MUSEUM” (Immagine1).
La lunga controversia
legale tra la Igarashi e la Mizuki - iniziata nel 1995 e protrattasi fino al
2001 - ha avuto come risultato, tra gli altri, la rimozione di qualsiasi
riferimento al personaggio di Candy dal museo. Fino a quel momento, la Igarashi
aveva arbitrariamente venduto i diritti del manga all’estero e di oggetti legati
alla serie (illustrazioni, tavole, merchandising, etc.) senza il consenso della
Mizuki, sostenendo che tutto ciò che era legato all'immagine di Candy le appartenesse in quanto sua creazione. Nel dare ragione alla tesi
della Mizuki, la Corte di Tokyo ha respinto le richieste della Igarashi e il suo museo
si è visto privato della maggiore attrattiva per i turisti. Se tralasciamo
alcune illustrazioni dei primi anni Settanta, il museo ospita esclusivamente
tavole di manga poco noti perfino in Giappone, opere minori che non sono mai
riuscite a eguagliare o soltanto a sfiorare la popolarità di Candy Candy.
Il biglietto ha un costo
irrisorio (600 Yen, circa 5 euro al cambio attuale) e permette la visita dei
tre piani dell’edificio.
Il piano terra ospita un
piccolo negozio con cartoline, shikishi
autografati, ventagli, bottiglie di vino, tovaglie e merchandising vario (Immagine 2). In più, sempre sullo
stesso piano, viene offerto come servizio aggiuntivo a pagamento lo ohimesama taiken, ovvero la possibilità
di indossare un abito da principessa scegliendolo da un ampio guardaroba.
Alcune foto dei visitatori vengono poi selezionate e appese a una parete (Immagine 3).
Prima di accedere al
primo piano, alcune teche custodiscono oggetti appartenuti alla Igarashi,
fotografie, una copia con autografo e disegno del volume Okaasan no mukashi mukashi di Tezuka Osamu (1928-89) e
merchandising d’epoca (Immagine 4).
La parte più
interessante del museo è la selezione (purtroppo fin troppo modesta) di alcune
illustrazioni realizzate dalla Igarashi nei primi anni Settanta e utilizzate
per le copertine della rivista «Nakayoshi».
Il primo piano ospita
ancora una volta teche con merchandising d’epoca e una selezione di
illustrazioni e tavole tratte per lo più da Hazunde
Ribon-chan, un manga del 1985 (Immagine
5). Poi è la volta di Kurashiki
monogatari (Racconto di Kurashiki), un breve manga a sfondo sentimentale ambientato
nella cittadina che ospita il museo: la Igarashi lo ha
realizzato nel 2000 in occasione dell’apertura (Immagine 6).
Perché la mangaka ha scelto proprio Kurashiki? Sul
sito ufficiale viene riportato questo commento:
Mi piace tantissimo la
cittadina di Kurashiki.
E’ conosciuta
principalmente per il famoso museo Ohara, ma ce ne sono tanti altri.
Ogni volta che torno a
Kurashiki,
non vedo l’ora di visitare
musei e gallerie d’arte.
E poi, è anche la città
in cui ha vissuto una persona rispettabilissima come Ishii Jūji,
colui che ha aperto il
primo orfanotrofio in Giappone.
A Kurashiki si mangiano cibi deliziosi e si può gustare
del buon sake,
ma più di tutto è una
città abitata da persone gentili.
In questa mia amata
Kurashiki c’è un mio piccolo museo.
Non vedo l’ora di
incontrare tutti quanti voi.
Oltre al consueto spazio
per la lettura, sono esposte altre illustrazioni realizzate a cavallo tra gli
anni Sessanta e Ottanta (Immagine 7)
e poi alcuni shikishi realizzati da
altri mangaka espressamente per la Igarashi.
Tra questi: Umezu Kazuo (n.1936), Shintani Kaoru (n.1951), Miuchi Suzue (n.1951),
Chiba Tetsuya (n.1939) e Ishinomori Shōtarō (1938-98) (Immagine 8).
Il secondo e ultimo
piano (che si divide lo spazio con un’ampia terrazza) ospita invece una teca
con alcune edizioni in lingua straniera delle opere della Igarashi, per lo più
asiatiche e nessuna italiana.
Il sito ufficiale del
museo:
Lo shop online lo
trovate al seguente indirizzo:










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