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domenica 8 settembre 2013

# Reportage: Igarashi Yumiko Museum


Passeggiando per le strade di Kurashiki - una meravigliosa cittadina nella prefettura di Okayama - ci si può imbattere in un particolare museo, lo Igarashi Yumiko Museum (Igarashi Yumiko bijutsukan). Non credo servano presentazioni per un’autrice così popolare e amata, ma per chi non dovesse conoscerla, gli basti sapere che Igarashi Yumiko (n.1950) è la disegnatrice del manga di Kyandi Kyandi (Candy Candy, 1975-79) e di Jōjī! (Georgie!, 1982). A tredici anni dalla sua apertura avvenuta nel maggio del 2000, il museo continua ancora oggi a richiamare visitatori da tutto il Giappone, complice l’eroina più famosa della Igarashi, Candy Candy per l'appunto. Eppure, all’interno del museo non c’è traccia della bionda orfanella, così come di tutte le altre protagoniste dei manga nati in collaborazione con la sceneggiatrice Mizuki Kyōko (n.1949). Forse, l’unica traccia può essere quella rimasta sulla parete principale dell’edificio: nel 2000, infatti, il museo faceva sfoggio di un’iscrizione dorata che recitava “I CANDY MUSEUM” , oggi “scrostata” e ridotta al semplice “I MUSEUM” (Immagine1).
La lunga controversia legale tra la Igarashi e la Mizuki - iniziata nel 1995 e protrattasi fino al 2001 - ha avuto come risultato, tra gli altri, la rimozione di qualsiasi riferimento al personaggio di Candy dal museo. Fino a quel momento, la Igarashi aveva arbitrariamente venduto i diritti del manga all’estero e di oggetti legati alla serie (illustrazioni, tavole, merchandising, etc.) senza il consenso della Mizuki, sostenendo che tutto ciò che era legato all'immagine di Candy le appartenesse in quanto sua creazione. Nel dare ragione alla tesi della Mizuki, la Corte di Tokyo ha respinto le richieste della Igarashi e il suo museo si è visto privato della maggiore attrattiva per i turisti. Se tralasciamo alcune illustrazioni dei primi anni Settanta, il museo ospita esclusivamente tavole di manga poco noti perfino in Giappone, opere minori che non sono mai riuscite a eguagliare o soltanto a sfiorare la popolarità di Candy Candy.
Il biglietto ha un costo irrisorio (600 Yen, circa 5 euro al cambio attuale) e permette la visita dei tre piani dell’edificio. 
Il piano terra ospita un piccolo negozio con cartoline, shikishi autografati, ventagli, bottiglie di vino, tovaglie e merchandising vario (Immagine 2). In più, sempre sullo stesso piano, viene offerto come servizio aggiuntivo a pagamento lo ohimesama taiken, ovvero la possibilità di indossare un abito da principessa scegliendolo da un ampio guardaroba. Alcune foto dei visitatori vengono poi selezionate e appese a una parete (Immagine 3).
Prima di accedere al primo piano, alcune teche custodiscono oggetti appartenuti alla Igarashi, fotografie, una copia con autografo e disegno del volume Okaasan no mukashi mukashi di Tezuka Osamu (1928-89) e merchandising d’epoca (Immagine 4).

La parte più interessante del museo è la selezione (purtroppo fin troppo modesta) di alcune illustrazioni realizzate dalla Igarashi nei primi anni Settanta e utilizzate per le copertine della rivista «Nakayoshi».


Il primo piano ospita ancora una volta teche con merchandising d’epoca e una selezione di illustrazioni e tavole tratte per lo più da Hazunde Ribon-chan, un manga del 1985 (Immagine 5). Poi è la volta di Kurashiki monogatari (Racconto di Kurashiki), un breve manga a sfondo sentimentale ambientato nella cittadina che ospita il museo: la Igarashi lo ha realizzato nel 2000 in occasione dell’apertura (Immagine 6).
Perché la mangaka ha scelto proprio Kurashiki? Sul sito ufficiale viene riportato questo commento:

Mi piace tantissimo la cittadina di Kurashiki.
E’ conosciuta principalmente per il famoso museo Ohara, ma ce ne sono tanti altri.
Ogni volta che torno a Kurashiki,
non vedo l’ora di visitare musei e gallerie d’arte.
E poi, è anche la città in cui ha vissuto una persona rispettabilissima come Ishii Jūji,
colui che ha aperto il primo orfanotrofio in Giappone.
A Kurashiki  si mangiano cibi deliziosi e si può gustare del buon sake,
ma più di tutto è una città abitata da persone gentili.
In questa mia amata Kurashiki c’è un mio piccolo museo.
Non vedo l’ora di incontrare tutti quanti voi. 

Oltre al consueto spazio per la lettura, sono esposte altre illustrazioni realizzate a cavallo tra gli anni Sessanta e Ottanta (Immagine 7) e poi alcuni shikishi realizzati da altri mangaka espressamente per la Igarashi. Tra questi: Umezu Kazuo (n.1936), Shintani Kaoru (n.1951), Miuchi Suzue (n.1951), Chiba Tetsuya (n.1939) e Ishinomori Shōtarō (1938-98) (Immagine 8).
Il secondo e ultimo piano (che si divide lo spazio con un’ampia terrazza) ospita invece una teca con alcune edizioni in lingua straniera delle opere della Igarashi, per lo più asiatiche e nessuna italiana. 



Il sito ufficiale del museo:
Lo shop online lo trovate al seguente indirizzo:

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