Autore: Kobayashi Makoto
Anno di pubblicazione: 1985
Numero di volumi: 7
Edizione consultata: Kōdansha Manga Bunko
Editore: Kōdansha
Judō-bu monogatari (Storia del club di judō) è l’esempio lampante di come un fumetto a tematica sportiva possa coinvolgere anche un lettore completamente estraneo o disinteressato all’argomento. Partendo da un pretesto narrativo ben noto ai lettori di fumetti (la scelta del club scolastico da parte delle matricole), la trama si sviluppa intorno alla figura di un ragazzino dalle sopracciglia folte e dal carattere fondamentalmente timido, Sango Jūgo, che accidentalmente si imbatte nella palestra di judō della nuova scuola. Incentivato dalla non notorietà del club e dalla fama di nulla facenti degli iscritti, Sango decide di iscriversi al corso, sperando di poter passare i tre anni del liceo senza applicarsi più di tanto nelle attività extrascolastiche. Dietro i falsi sorrisi degli altri studenti già iscritti, si nasconde un’amara verità: la felicità di poter vessare le matricole impartendo loro ordini. In pratica, far assaporare ai nuovi venuti lo stesso trattamento che negli anni precedenti era toccato a loro. Costrette a radersi a zero i capelli, le nuove matricole verranno sottoposte a estenuanti e massacranti allenamenti, obbligate a pulire le sedi del club e interagire con i propri superiori utilizzando un linguaggio creato ad hoc per i soli iscritti. Nel corso del primo anno, Sango inizia a provare un reale interesse nei confronti di questo sport: gli allenamenti quotidiani iniziano a forgiare il suo spirito e la sua determinazione cresce quando partecipa al suo primo torneo tra scuole.
Il manga, serializzato sulle pagine di «Shūkan Young Magazine» dal 1985 al 1991, ha raccolto subito consensi da parte del pubblico e della critica, raggiungendo picchi di popolarità mai visti per un manga basato su uno sport come il judō. La maestria di Kobayashi Makoto (n.1958), già manifesta in altre opere di grande valore come lo scanzonato What’s Micheal! (1984-89), si palesa nella costruzione di un plot coinvolgente ed efficace, reso ancor più accattivante da una insolita miscela di umorismo e lacrime. Indimenticabile il campionario dei vari personaggi e la resa grafica delle loro espressioni facciali (vero marchio di fabbrica di Kobayashi): dalla procace fidanzatina Hiromi, troppa sfacciata per il timido Sango, allo strampalato senpai Koshiba, dall’enigmatico allenatore Igarashi ai numerosi avversari. A differenza di molti manga a tematica sportiva, Storia del club di Judō sembra rifiutare molti degli stereotipi narrativi che hanno caratterizzato negli anni il genere sportivo: nessun allenamento sfiancante e al limite dell’umana sopportazione, nessun allenatore dai metodi coercitivi, ma una narrazione che, pur non rinunciando ad alcune esagerazioni, mescola il più possibile l’azione alla risata in uno scoppiettante amarcord generazionale. Impossibile rimanere estranei al fascino e all’energia che questo manga sprigiona.
Il manga, serializzato sulle pagine di «Shūkan Young Magazine» dal 1985 al 1991, ha raccolto subito consensi da parte del pubblico e della critica, raggiungendo picchi di popolarità mai visti per un manga basato su uno sport come il judō. La maestria di Kobayashi Makoto (n.1958), già manifesta in altre opere di grande valore come lo scanzonato What’s Micheal! (1984-89), si palesa nella costruzione di un plot coinvolgente ed efficace, reso ancor più accattivante da una insolita miscela di umorismo e lacrime. Indimenticabile il campionario dei vari personaggi e la resa grafica delle loro espressioni facciali (vero marchio di fabbrica di Kobayashi): dalla procace fidanzatina Hiromi, troppa sfacciata per il timido Sango, allo strampalato senpai Koshiba, dall’enigmatico allenatore Igarashi ai numerosi avversari. A differenza di molti manga a tematica sportiva, Storia del club di Judō sembra rifiutare molti degli stereotipi narrativi che hanno caratterizzato negli anni il genere sportivo: nessun allenamento sfiancante e al limite dell’umana sopportazione, nessun allenatore dai metodi coercitivi, ma una narrazione che, pur non rinunciando ad alcune esagerazioni, mescola il più possibile l’azione alla risata in uno scoppiettante amarcord generazionale. Impossibile rimanere estranei al fascino e all’energia che questo manga sprigiona.



Nessun commento:
Posta un commento