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giovedì 25 agosto 2011

"Gokuraku-chō Icchōme: Yomeshūtome Jigokuhen" di Nikaidō Masahiro


Autore: Nikaidō Masahiro
Anno di pubblicazione: 1990
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Sonorama Comic Bunko
Editore: Asahi Sonorama

Noriko è una donna assennata, composta e impeccabile nel suo tubino nero. La troviamo seduta con grazia sopra il tatami, con il capo chino e lo sguardo sofferente. E’ sempre al capezzale della suocera costretta a letto da ormai cinque lunghi anni. Noriko è provata, stanca della continua assistenza nei confronti della madre di suo marito che si trova in Senegal per lavoro. Di buon grado, però, accetta il suo compito, in silenzio. Si rivolge alla donna in forma cortese ed entrambe fanno sfoggio di un giapponese fin troppo formale ma incredibilmente elegante. Eppure, l’apparente calma e il reciproco rispetto che sembra regnare tra le due donne non è altro che semplice finzione. Noriko odia la suocera ed è disposta a tutto pur di sbarazzarsene e ritrovare la tanto agognata libertà. Le prova tutte: la abbandona sui binari della ferrovia prima dell’arrivo del treno, le fa mangiare il mochi nella speranza che possa affogare, le avvelena il tè, cerca di spingerla con la carrozzella da un dirupo, tenta di farla annegare in uno stagno e non risparmia neanche assalti diretti con asce e coltelli. Ma l’anziana signora, tra un colpetto di tosse e l’altro, balza improvvisamente fuori dal futon energica e combattiva: tra mosse di karate, salti e tecniche degne di un ninja, la donna riesce sempre a sconfiggere la nuora che continua a rimanere al suo capezzale, depressa e amareggiata per l’ennesima sconfitta. E come si legge nell’ultimo episodio del volume, l’inferno generato dalla guerra tra suocera e nuora sarà destinato a durare in eterno.
E’ sempre un piacere leggere un volume di Nikaidō Masahiro (n.1948), un autore tristemente sconosciuto in Italia, ma dotato di un verve comica indiscutibilmente trascinante e delirante. Dopo la laurea al Tōkyō Design College, si aggiudica nel 1978 la ventiquattresima edizione del premio manga Bungei Shunjū e nel 1992 il Gran Premio dell’associazione mangaka giapponesi proprio con l’opera Gokuraku-chō Icchōme – Yomeshūtome Jigokuhen, serializzata sulle pagine della rivista letteraria «Shōsetsu Shinchō».
Il titolo Gokuraku-chō Icchōme si riferisce all’indirizzo in cui abitano le due donne e che letteralmente si può tradurre come “Distretto Paradiso: Primo Blocco”, dove il termine «-chōme» identifica, negli indirizzi giapponesi, il numero di un blocco di case nell’ambito di un quartiere: nel caso specifico del manga, il primo blocco (icchōme) del distretto «Gokuraku» (Paradiso). Un nome non troppo azzeccato (e qui si nasconde la sottile ironia dell’autore) per un quartiere dove suocera e nuora vivono un inferno quotidiano, come peraltro recita anche il sottotitolo (Yomeshūtome Jigokuhen).
Il volume si compone di 54 brevi capitoli grossomodo sviluppati seguendo uno schema fisso: le premure della nuora, l’attacco a sorpresa alla suocera, la difesa e la vittoria di quest’ultima. Nonostante la ripetitività della struttura, il manga non stanca assolutamente il lettore, anzi, lo trascina dentro un campo di battaglia in attesa di sapere quali mosse escogiterà Noriko per liberarsi, una volta per tutte, della suocera. Sulla scena troviamo quasi sempre loro, tranne quando fanno la comparsa le due pettegole del quartiere che, malignando sui fatti dei vicini (storie di nuore che escogitano piani per liberarsi dei suoceri), svelano e vanificano i piani di morte ideati da Noriko. In una sola parola: esilarante. 

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