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venerdì 26 agosto 2011

"Arabasutā" di Tezuka Osamu



Autore: Tezuka Osamu
Anno di pubblicazione: 1970
Numero di volumi: 2
Edizione consultata: Tezuka Osamu Manga Zenshū (vol.89-90)
Editore: Kōdansha
Trama
James Block è un giovane e promettente atleta di colore, la sua fama è in ascesa e il suo nome occupa le prime pagine di tutti i quotidiani. Fino al giorno in cui si innamora di una famosa presentatrice televisiva bianca. Lui le chiede di sposarlo e lei lo respinge, deridendolo per il colore della pelle: per lei, James non è stato altro che un compagno di letto e di avventure notturne. In preda alla follia, l’uomo tenta di ucciderla inseguendola con una macchina rubata, ma nella fuga investe un uomo che muore sul colpo. Durante il periodo di detenzione, James conosce uno strano scienziato che lo rende partecipe di una sua invenzione: una pistola che rende invisibile il corpo di chi si espone ai suoi raggi. Uscito dal carcere, James entra in possesso della pistola, dando il via al suo diabolico piano di vendetta. Ma la pistola ha qualche effetto collaterale: se si rimane esposti a lungo ai suoi raggi, si passa dallo stato di invisibilità a quello di morte. James si espone per un tempo inferiore al dovuto e il suo corpo, anziché diventare invisibile, diventa lo specchio di se stesso. Un corpo dal colore dell’alabastro, lucido e trasparente, con tutti i vasi sanguigni in bella vista. Adesso il suo corpo, grottesco e rivoltante, diventa il simbolo della sua nuova concezione estetica: la bellezza è un male sociale e in quanto tale, il suo compito sarà distruggerla e creare una nuova società. Alabaster – il nuovo nome di James – sarà coadiuvato nell’impresa da una banda di scapestrati capitanati da Gen e Ami, ragazza invisibile e nipote dello strano scienziato creatore della pistola. Lo scopo della loro missione sarà sovvertire lo stato di cose: il grottesco e l’orrido dovranno essere la “nuova bellezza”, il nuovo ideale estetico a cui aspirare. La pistola di Alabaster ucciderà donne e uomini affascinanti, oppure li trasformerà in esseri ibridi e mostruosi. Per Alabaster, la bellezza è effimera, nient’altro che apparenza, un velo che nasconde malvagità e crudeltà: proprio come un fiore che fa sfoggio della propria bellezza (la corolla e il colore dei petali), ma che occulta la sua più intima essenza (le sue radici sgradevoli alla vista). E’proprio vero che la bellezza nasconde il proprio lato malvagio e orripilante? Sarà forse che la bellezza è imprescindibile dalla crudeltà?
Considerazioni
Tra le opere di Tezuka scritte nel decennio dei Settanta compare Arabasutā (Alabaster), un manga pubblicato dal 1970 sulle pagine della rivista «Shōnen Champion». Come si è visto anche per Aporo no uta, Tezuka aveva intrapreso nei primi anni Settanta un percorso di rinnovamento, nel tentativo di riuscire a far fronte a una realtà editoriale ben diversa dal ventennio precedente in cui aveva regnato indisturbato. La nascita di nuove riviste e la comparsa di giovani autori avevano fatto calare le vendite dei volumi di Tezuka, sempre più preda del blocco psicologico da scrittore, ma caparbio e tenace nella sua ricerca di nuovi orizzonti espressivi.
Alabaster è un’opera sperimentale che avrebbe dovuto sondare i gusti dei lettori per fiutare la strada giusta da seguire. Sfortunatamente il manga non era riuscito a ottenere il successo sperato, costringendo Tezuka a ideare in tutta fretta un finale per chiudere la serie. Perché quest'opera non era stata apprezzata? Con tutta probabilità, si era trattato di un banale errore di valutazione, o meglio, non era stato messo ben a fuoco il target dei lettori. Il pubblico di «Shōnen Champion», infatti, avrebbe preferito leggere un manga con una trama più semplice e con minori pretese morali. Proprio in questo, però, si nasconde il fascino di questo manga. In bilico tra un pubblico adolescente e un altro di giovani adulti, Tezuka era riuscito a confezionare una potente storia di analisi sociale, una vibrante opera di denuncia contro ogni forma di razzismo e ferocia. 
Eppure Tezuka non ha speso grandi parole per questa sua creatura mai pienamente apprezzata. Lo definisce “un manga senza risonanza e con scarsa popolarità, interrotto a metà durante la serializzazione”, “un’opera che io stesso considero mediocre”, “un protagonista dal carattere e dalla fisicità che detesto”, “un manga assolutamente impossibile da ripubblicare oggi  per via di alcuni contenuti come il tema della discriminazione”. Nonostante un evidente finale affrettato, è proprio il tema dell’emarginazione/discriminazione il lato più interessante di questo manga, grazie al quale Tezuka è riuscito a trasmettere il senso di sofferenza e paura provati dai “diversi”, da tutte le persone vittime di discriminazioni razziali e da tutti coloro che soffrono a causa dei mali della società moderna: Ami, derisa e oltraggiata per essere invisibile e Alabaster vittima e carnefice di una società che lo aveva escluso per il colore della pelle. Sofferenza, vendetta, morte ma anche redenzione in un manga che, nonostante qualche difetto, mette in luce le grandi qualità narrative e il lato umano di Tezuka.

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