Autore: Ogura Fuyumi
Anno di prima pubblicazione: 1986
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Young You Comics
Editore: Shūeisha
Ci pensavo tutte le volte che guardavo un film d’amore.
Cosa sarebbe successo dopo i titoli di coda?
Avrebbero vissuto felici e contenti per sempre?
I film mostrano soltanto i momenti più belli.
(…)
Quando ero fidanzata con te,
mi sentivo proprio come la protagonista di un film.
(da: All’ombra di un ulivo, 1986)
Tra la fine degli anni
Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, i ladies
comics si affacciavano sulla scena editoriale proponendo due visioni
antitetiche dell’amore: una più legata alla sfera carnale e dei sensi, l’altra
più sentimentale e introspettiva. Al primo gruppo appartenevano una serie di
opere sfrontate, sessualmente esplicite, morbose e spregiudicate
all’inverosimile. Le storie raccontavano di donne insoddisfatte, affettivamente
e sessualmente parlando: office ladies,
ereditiere, ballerine, stelle della TV e del cinema si muovevano in contesti
metropolitani o in paradisi da set cinematografici, tra lussi, feste private, orge,
opulenza e shopping sfrenato. Erano vittime sacrificali di un carnefice, vendicatrici
in cerca di un riscatto personale o soltanto donne mosse da semplice edonismo o
spirito di emancipazione. Tra le mangaka
che hanno contributo a delineare i contorni di questo mondo - per certi versi fittizio
e di pura evasione - non si può non menzionare il nome di Morizono Milk
(n.1957), senza dubbio la figura più rappresentativa.
Allo stesso tempo, però,
si affiancavano a questa tipologia altre opere dal taglio decisamente più
intimistico, delicate e più attente a scrutare l’animo femminile senza cadere
in facili provocazioni. «Young You»
(1986-2005) è una delle riviste che più si era distinta in questo filone
narrativo e sulle cui pagine si erano alternate le opere di Iwadate Mariko
(n.1957), Nishimura Shinobu (n.1963), Haruno Nanae, Yamashita Kazumi (n.1959) e
Ogura Fuyumi (n. 1956). Ed è proprio la Ogura l’argomento di questo post.
Come molte delle sue
colleghe sopracitate (Morizono, Yamashita, Iwadate, etc.), anche la Ogura
esordisce nel mondo del fumetto con gli shōjo
manga. A proposito della sua passione per il fumetto ricorda: “Ho squadrato il mio primo foglio da disegno
quando ero appena in quarta elementare. Amavo e seguivo molti manga, così
cercavo di riprodurre le tavole che mi più mi colpivano secondo la mia
sensibilità. Ero molto motivata da questa passione e i miei genitori, per mia
grande fortuna, non mi hanno mai ostacolato”[1]. Nel
1975 vince il premio per esordienti indetto dalla rivista «Ribon» con un racconto che verrà poi pubblicato sulla stessa rivista
nel 1976 (il titolo è Ureshii hirusagari).
Arrivata al successo di pubblico con due serie pubblicate sempre su «Ribon», Rippusutikku gurafiti (Lipstick Graffiti, 1982) e Sayonara nante ienai (Non riuscire a
dirti addio, 1983), decide di fare il grande salto nell’universo dei ladies comics e poi dei seinen manga.
Il volume Orību no kokage (All’ombra di un ulivo)
è una raccolta di storie brevi pubblicate tra il 1986 e il 1991 su «Young You». Prima di alcune
considerazioni, una breve sinossi dei sei racconti:
Orību no kokage
(All’ombra di un ulivo, 1986): una moglie decide di lasciare all’improvviso il
marito. Un matrimonio apparentemente felice nasconde piccole ferite nel cuore
della donna: le gioie del fidanzamento e del corteggiamento sono ormai un lontano
ricordo, tutto è routine e l’affetto nei confronti del marito si è andato col
tempo affievolendo. L’uomo non riesce a darsi pace e si rifiuta di parlare
della loro relazione al passato. Pian piano, il marito cerca di ricostruire il
loro rapporto.
Ierō ribon (Yellow ribbon, 1990): Akio e Shōko sono due amici segretamente
innamorati l’uno dell’altra. Akio la coccola, si prende cura di lei, le
acconcia i capelli con nastri e fiocchi. Shōko
è convinta di essere per lui soltanto un’amica come tante e per questo cerca di
farlo ingelosire uscendo con altri ragazzi.
Gurīn berubetto (Green
velvet, 1990): i protagonisti sono ancora Akio e Shōko, finalmente pronti a confessarsi e dichiararsi
amore eterno.
Deijī (Daisy, 1990): Una
ragazza fa visita a un ragazzo. I due si scambiano qualche parola, bevono un
bicchiere di vino e poi si fanno una promessa sul tetto del palazzo. Sopra di
loro, soltanto lo sconfinato cielo azzurro di Tōkyō.
Natsu no kyūka (Vacanze
estive, 1990): Mie ritorna al paese natio durante le vacanze estive. Per lei è
tempo di fare i conti con i ricordi del passato, il primo amore, la famiglia e
il suo futuro.
Anata no aozora (Il tuo
cielo azzurro, 1991): Michiko accetta di partecipare a un omiai (incontro per un matrimonio combinato), ma non si sente
affatto colpita dall’uomo che si trova di fronte, all’apparenza troppo
distaccato e scostante. Eppure, non appena le arriva una sua telefonata, Michiko
accetta di incontrarlo ancora una volta.
Ogura Fuyumi ha uno
stile decisamente interessante, anche se non sempre le storie sono all’altezza
dei disegni. Tra i sei racconti, Natsu no
kyūka è il più riuscito, un piccolo gioiello di narrazione fatto di
continui monologhi interiori, silenzi e immagini evocative, dove il passato
incontra il presente in un flusso di pensieri nostalgici e malinconici. Anche Orību no kokage è molto interessante
nonostante sia imbevuto della solita sequenza di cliché romantici (il film
“Vacanze romane”, Italia e Spagna come mete idilliache di un viaggio di nozze,
etc..) e scontato happy end. Gli altri racconti si leggono bene, ma non
convincono molto sul piano narrativo (soprattutto “Yellow ribbon”, “Green velvet”
e “Daisy”). E’ molto interessante la
costruzione dei dialoghi in tutte le storie, i botta e risposta tra i
personaggi, i pensieri che si accavallano sulle parole pronunciate. E poi, i
disegni. Lo stile ricorda molto quello di Yamashita Kazumi, ma è molto più
delicato ed etereo. Il bianco prevale su ogni cosa, gli sfondi sono quasi del
tutto assenti, ma non se ne sente affatto la mancanza. Alla Ogura bastano pochi
tratti per disegnare le sue protagoniste, tutte rigorosamente altere, eleganti
e con lo sguardo rivolto sempre verso l’infinito.


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