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lunedì 22 luglio 2013

# Exhibition: Tezuka Osamu x Ishinomori Shōtarō - Manga no chikara



Titolo della mostra: Tezuka Osamu x Ishinomori Shōtarō: Manga no chikara
Date: 29/06/2013 – 08/09/2013
Luogo: Museum of Contemporary Art  Tokyo
Biglietto: 1200 yen (riduzioni per studenti e anziani)
Sito Ufficiale:  http://www.mot-art-museum.jp/exhibition/145/


 “Dreams, courage, hope…These are among the Powers of Manga which we find so inspiring. Manga has captivated many children since the postwar period. It has adapted in various ways with the times, expanding into a range of venues for expression, including animation and computer media. The Manga of Japan is a constantly evolving form of Japanese culture that has its devotees around the globe. So what is the power of Manga? It is a question that brings us to two great artists: Osamu Tezuka and Shotaro Ishinomori”

Sono queste le parole con cui gli organizzatori hanno presentato la mostra dal titolo “Tezuka Osamu – Ishinomori Shōtarō: Manga no chikara” (The power of manga: Osamu Tezuka and Shotaro Ishinomori), ospitata al Museum of Contemporary Art Tokyo (Tōkyō-to gendai bijutsukan) dal 29 giugno all’8 settembre del 2013. Come è facilmente desumibile dal titolo, l’intento della mostra è di presentare al pubblico la figura di questi due grandi artisti del fumetto, facendo riferimento non solo alle loro opere più significative, ma anche ai contesti socio-culturali e alle tematiche da loro affrontate.
La mostra è suddivisa in sei sezioni che abbracciano un periodo di tempo piuttosto ampio, dal dopoguerra agli anni Ottanta. Nel tentativo di sintetizzarne i contenuti, farò riferimento ad alcune immagini estrapolate dal catalogo della mostra. Come spesso accade, infatti, nei locali del museo é rigorosamente vietato scattare fotografie. Con qualche piccola eccezione:



Nella prima sala è possibile osservare diverse rarità mai esposte prima. Nello specifico, si tratta di alcune illustrazioni di un giovanissimo Ishinomori (Immagine 1) e di un breve racconto di Tezuka scoperto nel 2012 dal titolo “Aa sore na noni”, un manga di appena diciannove pagine datato 1945/46 (Immagine 2). Lo affiancano un disegno a colori realizzato presumibilmente da Tezuka in quinta elementare (“Kaseijin kuru!!”, trad. “Arrivano i Marziani!!”) e “Pin Pin Seichan” (1937), quello che viene considerato il primissimo manga di Tezuka, disegnato quando era ancora al terzo anno delle elementari.
La sala successiva ospita la prima sezione della mostra.





Parte Prima: The birth of Manga from the Meeting of Two Individuals
Per prima cosa viene presentata e contestualizzata la diffusione dell’intrattenimento popolare nell’immediato dopoguerra, con il kamishibai, i film americani, i comics e gli akahon (“i libri dalla copertina rossa”). Una teca custodisce alcune illustrazioni utilizzate per il “teatro di carta” e alcuni numeri della rivista «The Asahi Graph Week» con i fumetti dell’americano George McManus (1884-1954). Poi si passa agli akahon e alle possibili influenze del cinema americano su alcune di queste storie (un esempio, il volume “Janguru Ōji” chiaramente ispirato ai film di Tarzan), fino ad arrivare alle popolarissime avventure di Akadō Suzunosuke, realizzate da Fukui Eichi (1921-54) e Takeuchi Tsunayoshi (1922-87) e destinate al mercato del libro a prestito (“kashihon”).
Vengono subito dopo presentate alcune tavole tratte da “Shin Takarajima” (La nuova isola del tesoro, 1947), in assoluto il primo tankobon (volume) che riporta in copertina il nome di Tezuka Osamu e che gli regala immediata popolarità con più di 400mila copie vendute. Subito dopo è la volta di “Rosuto wārudo” (Lost world, 1948), “Metoroporisu” (Metropolis, 1949) e “Kurubeki sekai” (Nextworld, 1951). Bisogna sottolineare, però, che non si tratta delle tavole originali pubblicate negli anni Quaranta e Cinquanta (e ormai andate disperse chissà dove), ma di quelle ridisegnate da Tezuka tra gli anni Settanta e Ottanta in occasione di nuove edizioni delle sue opere.
Grande interesse per la teca successiva, quella in cui sono custodite alcune tavole di Tezuka scoperte nel maggio di quest’anno, con alcuni capitoli inediti e incompleti di “Metropolis”, “Yūbijin” (Uomini con la coda) e “Issen-nen kisaki no sekai” (Il mondo mille anni dopo). Poi, finalmente, è possibile osservare la tavola di una misteriosissima opera di cui fino a oggi se ne conosceva solo il titolo e il riassunto: si pensava, infatti, che Fuhyōjima (L’isola con le boe) fosse un progetto di Tezuka mai realizzato, ma soltanto ideato e appuntato su alcuni fogli. Il ritrovamento di una delle pagine (peraltro a colori) ne ha svelato il mistero e l’esistenza (Immagine 3).



Per quanto riguarda Ishinomori, invece, sono esposti diversi volumi della rivista amatoriale «Bokujū itteki», con saggi, manga e omaggi a Janguru Taitei (L’imperatore della giungla, 1950-54) di Tezuka. Poi è la volta di “Warenai yashi no mi”, un breve racconto incentrato sulle avventure di una piccola scimmia che non riesce a rompere il guscio di un cocco (Immagine 4): Ishinomori aveva spedito queste tavole a Terada Hiroo (1931-92) – che già a quei tempi viveva al Tokiwasō – prima ancora del suo debutto ufficiale a sedici anni. Oltre a queste preziose tavole, il visitatore potrà osservare quelle di Nikyū tenshi (Un angelo di seconda categoria, 1955) e di Tetsuwan Atomu (Atom, braccio d’acciaio, 1952-68), quelle che Ishinomori aveva inchiostrato dopo aver ricevuto un telegramma con una richiesta di aiuto/collaborazione da Tezuka. 


La stessa sala ospita una minuziosa ricostruzione a grandezza naturale del Tokiwasō, il leggendario edificio in cui hanno abitato non solo Tezuka Osamu e Ishinomori Shōtarō, ma anche altri mangaka come Terada Hiroo (dal 1953 al 1957), Fujiko F. Fujio (dal 1954 al 1961), Fujiko Fujio A (dal 1954 al 1961), Suzuki Shin’ichi (dal 1955 al 1956), Moriyasu Naoya (nel 1956), Akatsuka Fujio (dal 1956 al 1961), Mizuno Hideko (nel 1958) e Yokota Tokuo (dal 1958 al 1961): (Immagine 5).



Completano il percorso, tavole tratte da Tokiwasō monogatari (Storia del Tokiwasō, 1970) e Janjuru taitei di Tezuka e da Boku no heya ni wa Bēttōben no desu masuku ga atta (La maschera di morte di Beethoven nella mia stanza, 1981) di Ishinomori e altre sue illustrazioni tratte da Kaiketsu  Harimao (1969-61) e Ryūjinnuma (1961) (Immagine 6) .



Parte Seconda:The Manga explosion – The challenges of the times
La seconda parte della mostra analizza i cambiamenti che hanno investito il manga in termini di pubblicazioni e canali di divulgazione. Sono due i punti focali attorno ai quali ruota questa sezione: la nascita delle riviste settimanali («Shūkan Shōnen Sunday» e « Shūkan Shōnen Magazine» nel 1959) e la produzione di serie animate per il circuito televisivo. Nel 1961 nasce la “Mushi Production Studio” che realizza versioni a cartoni animati dai manga di Tezuka: il 1 gennaio del 1963 viene trasmesso l’anime tratto da Tetsuwan Atomu che diventa, a tutti gli effetti, il primo prodotto seriale destinato alla televisione.
L’attenzione degli organizzatori della mostra si sposta, quindi, nel proporre un parallelo tra alcune serie a fumetti e le rispettive riduzioni televisive. Oltre alle consuete tavole e illustrazioni a colori dei manga più celebri (con l’aggiunta di giocattoli e merchandising vario), ciascun corner ospita un televisore che ne trasmette anche le sigle televisive: si parte da Tetsuwan Atomu e Janguru taitei, per arrivare a Ribon no kishi (Il cavaliere col fiocco, 1963-66), Cyborg 009 (1966-67), Magma Taishi (1965-67). (Immagine 7).



La seconda sala, invece, illustra il processo di maturazione del manga, capace di affrontare dalla metà degli Sessanta tematiche spinose, complesse e controverse. Il manga si svincola dalla riduttiva definizione di “prodotto d’intrattenimento per l’infanzia” e si propone come un medium artistico e concettuale. Vengono esposti alcuni numeri delle riviste «Garo» (1964) e «COM» (1967) e con essi i titoli più introspettivi di Tezuka e Ishinomori: il focus è tutto su Shōtarō no fantajī wārudo Jun (Jun – Il fantastico mondo di  Shōtarō, 1967-69) e Hi no tori (La fenice, 1967-71). (Immagine 8)





Le successive stanze sono dedicate alla presentazione di alcune popolarissime serie dei due mangaka, tra illustrazioni a colori, bozzetti, tavole in bianco e nero e appunti. Sul fronte Tezuka troviamo: Dororo (1967-68), Za kurētā (The crater, 1969-70), Yakeppachi no Maria (Maria di Yakeppachi, 1970), Burakku Jakku (Black Jack, 1973-83), Hidamari no ki (Un albero esposto al sole, 1981-86), Puraimu Rōzu (Prime Rose, 1982-83), Budda (Buddha, 1972-1983) e Adorufu ni tsugu (La storia dei tre Adolf, 1983-85). Mentre sul fronte Ishinomori: Sabu to Ichi Torimono-hikae (Sabu e Ichi, 1968-72), Sukaruman (Skull man, 1970), Kamen Raidā (Kamen Rider, 1971), Jinzō ningen Kikaidā (Android Kikaider, 1972-74), Ganbare Robokon (Fai del tuo meglio, Robokon!, 1974-75), Himitsu sentai Gorenjā (Squadrone segreto Goranger, 1975-76), Hotel (id., 1984-1998), Manga Nihon keizai nyūmon (Introduzione alleconomia giapponese a fumetti, 1986) e Manga Nihon no rekishi (Storia del Giappone a fumetti, 1989-1993). Lultima parete ospita un particolare disegno che Ishinomori ha realizzato nel 1989 alla morte di Tezuka e che è stato poi pubblicato sulle pagine del quotidiano «Asahi Shinbun». (Immagine 9).




Parte Terza: A comparison of inner strengths
La terza parte della mostra si focalizza sui temi e sulle modalità narrative adottati da Tezuka e Ishinomori. Per gli organizzatori, infatti, sono proprio questi i tratti peculiari del loro stile, la forza(chikara) che ha reso indimenticabili le loro opere. La stessa forza che i protagonisti dei manga di Ishinomori continuano a infondere ancora oggi agli abitanti della prefettura di Ishinomaki, duramente colpita dal terremoto del marzo del 2011.
I temi presi in esame sono i seguenti: la vita; lattaccamento al paese natale e ai ricordi dellinfanzia; la determinazione a non mollare mai; la morte; l’essere umano e i robot; la scienza; lamore; la guerra e la pace; la forza e la bellezza della natura; i ritratti femminili e il tempo.
Molto interessante la selezione che riguarda la rappresentazione dei suoni e della musica nei manga (Immagine 10), così come quella che mostra il dinamismo quasi cinematografico di alcune scene e inquadrature (Immagine 11).






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