Autore: Morizono Milk
Anno di pubblicazione: 1993
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Feel Comics
Editore: Shōdensha
Nel 1979 veniva distribuita «Be in LOVE», la prima
rivista di ladies comics
espressamente indirizzata alle lettrici tra i venti e i quarant’anni. Nonostante
qualche timido tentativo verso la metà degli anni Settanta, il mercato
editoriale giapponese non sembrava voler prendere in considerazione la
possibilità di rivolgersi alle donne come potenziali lettrici di fumetti.
Eppure, le premesse c'erano tutte. Molte celebri autrici (Maki Miyako e
Watanabe Masako, ad esempio) non avevano faticato ad abbandonare il territorio dello shōjo manga per un fumetto meno
convenzionale e più adulo[1], teso
alla sperimentazione e alla ricerca estetica ed espressiva. Lo stesso valeva per
le lettrici. Cresciute durante una delle stagioni più intense e stimolanti
dello shōjo manga, le young ladies e le ladies reclamavano ora un manga che potesse dar voce alle loro istanze, che fosse il più vicino possibile alle loro esigenze di “giovani donne” alle prese
con il lavoro, la famiglia e la sessualità. Nasceva così il progetto «Be in LOVE».
Sin da subito, però, il
termine ladies comics era stato associato
a fumetti dalla struttura narrativa esile e volutamente frivola, ma infarciti
di sesso estremo quasi al limite della pornografia. Non si trattava soltanto di
una risposta al femminile nei confronti del manga erotico: la comparsa dei ladies comics, infatti, segnava il punto
di partenza per una rinnovata emancipazione femminile, per la creazione di un
nuovo modello di donna finalmente affrancato dallo stereotipo della ryōsai kenbo (brava moglie, saggia
madre). Dopotutto, erano anni in cui anche la narrativa al femminile (si pensi,
ad esempio, ai romanzi di Ieda Shōko) proponeva con sempre più frequenza eroine belle e spregiudicate, consapevoli della
propria sessualità e pronte a tutto pur di infrangere ogni minimo tabù. Come se
l’emancipazione dovesse per forza passare dal sesso per scardinare ruoli
sociali e familiari…
Morizono Milk (n.1957) è considerata la regina incontrastata dei ladies comics, figura ancora oggi idolatrata e apprezzata, capace di reinventarsi e proporsi al pubblico con nuove e stimolanti idee [si veda il recente, Yokubō no seinto - Reijō Terejia (Madame Tallien - La Santa della passione, 2007-2010)]. Dopo una breve carriera non particolarmente significativa come autrice di shōjo manga (dal 1981 al 1986), la Morizono trova immediata popolarità con i fumetti destinati a un pubblico femminile adulto. Se molte sue colleghe scelgono temi e ambientazioni sovrapponibili al quotidiano delle lettrici, Morizono Milk preferisce condurle in mondi lontani, in paesi stranieri, tra jet set, luci della ribalta e locali notturni. Completano il quadro, alcuni elementi imprescindibili: bellezza, opulenza e lussuria. E poi, il sesso, una delle armi con cui la Morizono sconvolge e appaga il suo pubblico. Basta dare un’occhiata ai titoli dei suoi manga per rendersene conto: Lust /Yokubō (Lussuria, 1991), Bondēji fantajī (Bondage fantasy, 1993), Surēbu tō rabu (Slave to love, 1989), Mirukī passhon – Dogenzaka – Ai no shiro (Milky passion – Dogenzaka: il castello dell’amore), Kōfuku o uru otoko (L’uomo che vende felicità, 1993) e Let’s go to bed (id., 1994). Se già il nome della Morizono è sufficiente a identificare il suo pubblico, le copertine di alcuni suoi volumi tolgono ogni dubbio, con quelle fotografie di amanti seminudi nello stile dei romanzi rosa della Harmony. Una lettrice è pienamente cosciente di ciò che l’attende tra quelle pagine e le copertine (oltre ai titoli) sono lì a ricordarglielo. Una mezzora di evasione e nulla di più.
Morizono Milk (n.1957) è considerata la regina incontrastata dei ladies comics, figura ancora oggi idolatrata e apprezzata, capace di reinventarsi e proporsi al pubblico con nuove e stimolanti idee [si veda il recente, Yokubō no seinto - Reijō Terejia (Madame Tallien - La Santa della passione, 2007-2010)]. Dopo una breve carriera non particolarmente significativa come autrice di shōjo manga (dal 1981 al 1986), la Morizono trova immediata popolarità con i fumetti destinati a un pubblico femminile adulto. Se molte sue colleghe scelgono temi e ambientazioni sovrapponibili al quotidiano delle lettrici, Morizono Milk preferisce condurle in mondi lontani, in paesi stranieri, tra jet set, luci della ribalta e locali notturni. Completano il quadro, alcuni elementi imprescindibili: bellezza, opulenza e lussuria. E poi, il sesso, una delle armi con cui la Morizono sconvolge e appaga il suo pubblico. Basta dare un’occhiata ai titoli dei suoi manga per rendersene conto: Lust /Yokubō (Lussuria, 1991), Bondēji fantajī (Bondage fantasy, 1993), Surēbu tō rabu (Slave to love, 1989), Mirukī passhon – Dogenzaka – Ai no shiro (Milky passion – Dogenzaka: il castello dell’amore), Kōfuku o uru otoko (L’uomo che vende felicità, 1993) e Let’s go to bed (id., 1994). Se già il nome della Morizono è sufficiente a identificare il suo pubblico, le copertine di alcuni suoi volumi tolgono ogni dubbio, con quelle fotografie di amanti seminudi nello stile dei romanzi rosa della Harmony. Una lettrice è pienamente cosciente di ciò che l’attende tra quelle pagine e le copertine (oltre ai titoli) sono lì a ricordarglielo. Una mezzora di evasione e nulla di più.
È
interessante poi notare la presenza di giovani sceneggiatrici che affiancano la
Morizono nelle sue opere di maggior successo. Tra queste primeggiano Natsuo Kirino (n.1951) - oggi apprezzata
scrittrice, ma in quegli anni ancora in cerca di un proprio spazio nel mondo
letterario - e Arisugawa Haine con la quale collabora per questo Junkyōsha (La martire, 1994).
Qualche parola sul volume in questione. Si tratta di tre storie pubblicate nel 1993 sui supplementi speciali della rivista «Feel»: Junkyōsha, Junreisha (La pellegrina) e Mitsuryōsha (Il bracconiere). Cosa hanno in comune questi racconti? Prima di tutto, la struttura narrativa. Se si mettono da parte i nomi dei personaggi e i contesti narrativi, le storie non sembrano discostarsi molto l’una dall’altra. A muoverne le fila, le disavventure di giovani ragazze in balia di uomini affascinanti e perversi (rispettivamente, un fratello, un novello sposo e uno sconosciuto). Le storie sono immerse in contesti irreali e poco plausibili e sono accomunate da un unico denominatore: il sesso. Questi tre brevi racconti non colpiscono di certo per la profondità nell’analisi psicologica e per la complessità del plot, tutt’altro, rimangono impressi per la superficialità con cui vengono trattati temi forti come l’incesto (fratello-sorella; madre-figlio) e perversioni vari (sadomasochismo, bondage, necrofilia, zooerastia), tenuti insieme da un curioso mix di sacro e profano, tra stralci di canzoni di Nick Cave (n.1957) e allusioni non troppo sottili alla Pietà vaticana di Michelangelo. Morizono Milk sembra non fermarsi davanti a nulla e lascia libero sfogo alla fantasia, attraverso continue e frenetiche orge di carne e sangue. In questo volume, c’è poco spirito di emancipazione, ma, in compenso, tanta voglia di stupire. Le donne vengono ritratte come oggetti di lussuria, incapaci di assecondare le proprie fantasie, ma sottomesse e brutalizzate da uomini crudeli, vittime compiacenti della loro follia.
Qualche parola sul volume in questione. Si tratta di tre storie pubblicate nel 1993 sui supplementi speciali della rivista «Feel»: Junkyōsha, Junreisha (La pellegrina) e Mitsuryōsha (Il bracconiere). Cosa hanno in comune questi racconti? Prima di tutto, la struttura narrativa. Se si mettono da parte i nomi dei personaggi e i contesti narrativi, le storie non sembrano discostarsi molto l’una dall’altra. A muoverne le fila, le disavventure di giovani ragazze in balia di uomini affascinanti e perversi (rispettivamente, un fratello, un novello sposo e uno sconosciuto). Le storie sono immerse in contesti irreali e poco plausibili e sono accomunate da un unico denominatore: il sesso. Questi tre brevi racconti non colpiscono di certo per la profondità nell’analisi psicologica e per la complessità del plot, tutt’altro, rimangono impressi per la superficialità con cui vengono trattati temi forti come l’incesto (fratello-sorella; madre-figlio) e perversioni vari (sadomasochismo, bondage, necrofilia, zooerastia), tenuti insieme da un curioso mix di sacro e profano, tra stralci di canzoni di Nick Cave (n.1957) e allusioni non troppo sottili alla Pietà vaticana di Michelangelo. Morizono Milk sembra non fermarsi davanti a nulla e lascia libero sfogo alla fantasia, attraverso continue e frenetiche orge di carne e sangue. In questo volume, c’è poco spirito di emancipazione, ma, in compenso, tanta voglia di stupire. Le donne vengono ritratte come oggetti di lussuria, incapaci di assecondare le proprie fantasie, ma sottomesse e brutalizzate da uomini crudeli, vittime compiacenti della loro follia.
Sarebbe un errore, però, identificare il fumetto per donne soltanto con i ladies comics. Parallelamente a questi, infatti, iniziano a diffondersi i josei manga, fumetti che condividono con
i ladies comics uno stesso pubblico, ma che, al contrario, prediligono narrazioni dai toni meno
enfatici e provocatori. Per molti critici, ladies comics e josei manga andrebbero considerati come due generi diversi per
temi e finalità, per altri non sarebbero altro che facce diverse di una stessa
medaglia.
[1] Nello specifico, collaborano con riviste del calibro di «Big Comic», «Shufu no tomo» e «Shūkan josei».



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