Titolo della mostra: Tezuka Osamu - The biggest creator on earth
Date: 28/04/2012 – 01/07/2012
Luogo: Setagaya Bungakukan, Tōkyō
Biglietto: 800 yen (riduzioni per studenti, anziani e gruppi)
Sito Ufficiale: http://www.setabun.or.jp/exhibition/exhibition.html
Dal 28 aprile al 1
luglio 2012, il Setagaya Bungakukan (Setagaya Literary Museum) di Tōkyō ospita una mostra dal titolo “Tezuka Osamu - The biggest
creator on earth” (in giapponese: “Chijō
saidai no Tezuka Osamu-ten”), dedicata ai principali lavori del «manga no kamisama» (il Dio dei manga), Tezuka
Osamu (1928-1989). Sulla brochure della mostra si legge: “Tra noi che siamo
nati nel Giappone di oggi, sarà forse difficile trovare qualcuno che non
conosca Tezuka Osamu. Un po’ come per Natsume Sōseki, il cui nome è conosciuto da quasi tutti i giapponesi.
Eppure, abbiamo mai effettivamente letto le opere di Tezuka?”. Partendo da
questo interrogativo, la mostra cerca di fare luce sul percorso artistico dell’autore,
senza dimenticare significativi dettagli sulla sua vita, dall’infanzia all’età
adulta. Strutturata per aree tematiche, l’esposizione si apre con un
dettagliato resoconto sull’infanzia del mangaka,
sulla sua passione per gli insetti, sul rapporto con la madre e sulla
folgorazione per il teatro Takarazuka. In questa sezione sono esposti i diari
di un giovanissimo Tezuka, le riproduzioni dei suoi amati insetti nei suoi
taccuini e i primi manga che disegnava per intrattenere i compagni di classe. Si
prosegue con documenti e testimonianze sugli studi alla facoltà di medicina
dell’università di Ōsaka, per
poi arrivare al suo debutto nel mondo del fumetto: alcune tavole tratte dallo yonkoma manga Maachan no nikkichō (Il diario di Maachan, 1946)
e poi, la famosa sequenza iniziale di Shin
Takarajima (La nuova isola del tesoro, 1947). Sempre in questa sezione,
sono esposti oggetti molto cari al maestro: il cappello, i pennini e le chine,
fino al primo numero di «COM», sperimentale rivista che Tezuka produce
nel 1966 in aperto antagonismo con la rivale di sempre «Garo».
Oltre ad alcune tavole e
ai disegni tratti da celeberrime serie come Janguru
Taitei (L’imperatore della giungla, 1950-54), Tetsuwan Atomu (Atom dal braccio d’acciaio, 1951-68) e Ribon no kishi (Il cavaliere col fiocco,
1958-59), la mostra dedica una consistente sezione alla presentazione di manga
meno conosciuti dal grande pubblico. Tra questi troviamo Adorufu ni tsugu (La storia dei tre Adolf, 1983-85) e Guringo (Gringo, 1987-89), due delle
opere che vengono introdotte ai visitatori con ampi pannelli che ne illustrano
nel dettaglio trame e personaggi. A completare il tutto, una selezione di
tavole originali che mette in luce una completa maturazione nel tratto di
Tezuka e una complessa e accurata articolazione dell’intreccio narrativo. Tra
gli obiettivi principali della mostra, infatti, non si nasconde la voglia di “sdoganare”
il manga dall’etichetta di semplice intrattenimento, per mostrare, attraverso
queste due opere del maestro, le potenzialità e la forza espressiva del “manga”
inteso come genere narrativo.
Proseguendo il percorso,
si trovano esposte nelle varie teche di vetro tavole tratte da Dororo (id., 1967-68), Hidamari no ki (Un albero al sole,
1981-86) e Burakku Jakku (Black Jack,
1973-83). In relazione a quest’ultimo manga, viene poi offerta al visitatore la
possibilità di leggere un episodio integrale dal titolo “Futatsu no ai” (Due amori), pubblicato nel 1974 sulle pagine di «Shūkan Shōnen Champion» e con protagonista Safaya, il
personaggio principale di Ribon no kishi.
Da qui si innesca un altro tema portante della mostra, ovvero
l’utilizzo da parte di Tezuka degli stessi «attori di carta», personaggi che
lui crea e riutilizza all’interno di più serie: dalla già citata Safaya a
Hyōtan-tsugi, dal perfido Lampe al giovane Rock Holmes. Il tutto corredato con ulteriori
tavole tratte, tra gli altri, da Arabasutā
(Alabaster, 1970) e Don Dorakyura
(Don Dracula, 1979). In uno spazio, ahimè, fin troppo ridotto, un televisore
trasmette (secondo un calendario ben preciso) lungometraggi o episodi di serie
televisive tratte dai lavori del maestro.
Per chi, poi, non ha mai avuto modo di leggere le opere di Tezuka o
vuole semplicemente rileggerle, gli scaffali di una libreria mettono a disposizione
molti dei suoi manga, da quelli degli esordi fino a Rūdovihi B (Ludwig B, 1987-89) e Neo Fausuto (Neo Faust, 1988-89), due delle opere lasciate
incompiute al momento della morte. Le pareti dell’ultima stanza sono decorate
con gli omaggi che i visitatori della mostra tributano a Tezuka, con schizzi di
Black Jack, Atomu e Magma Taishi.
Rispetto alla maestosa personale che l’Edo Tōkyō Hakubutsukan (Edo Tōkyō
Museum) gli aveva dedicato nel 2009 (il titolo era: Tezuka Osamu-ten: mirai e no messēji , ovvero Tezuka Osamu: Messages to the Future), la mostra al museo della
letteratura di Setagaya offre una ridotta (ma interessante) selezioni di
tavole e disegni rari che la rendono altamente raccomandata. L’unico neo:
è vietato scattare foto. Bisogna accontentarsi del biglietto d'ingresso.


Grazie per l'esaustivo reportage!
RispondiEliminaSono contento che ti sia piaciuto il reportage.Peccato per le foto.. Se riesco, vedrò di preparne un altro sulla mostra del 2009.
RispondiEliminaDavvero uno splendido resoconto. Grazie!
RispondiEliminaTanto le foto non renderebbero tale magnificenza.
RispondiEliminaOttimo articolo :)