Autore: Yamada Naito
Anno di pubblicazione: 1995
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Action Comics
Editore: Futabasha
Molti mangaka dimostrano nei confronti dei paesi stranieri un interesse che, il più delle volte, assume i contorni di una vera e propria infatuazione. Prendiamo come esempio Ono Natsume (n.1977) e la sua scelta di utilizzare un nome d’arte tutto italiano, “basso”, quando è alle prese con i boy’s love (BL). Ma non solo. Ci sono artisti che con i propri manga fanno riferimento a una realtà “altra” che sembrano conoscere da vicino, vuoi per esperienze dirette (matrimoni misti, viaggi studio o di piacere) o vuoi perché assimilata attraverso la lettura di libri o la visione di film: l’Italia, ad esempio, è spesso omaggiata da Ichiguchi Keiko (n.1966), Yamazaki Mari (n.1967) e dalla già citata Ono Natsume. Allo stesso modo, però, si segnalano anche artisti semplicemente attratti dalle atmosfere del vecchio continente che traspaiono, seppur in maniera superficiale, nei loro manga. Tra questi, Yamada Naito (n.1965) non ha mai nascosto la sua empatia con la Francia, con le sue storie ambientate a Parigi, tra passeggiate lungo i boulevards e scorci della città tra mille vicoli, tra caffè sorseggiati in piccoli bar e vedute della Tour Eiffel. Eppure, più che dagli esterni, la Yamada sembra essere attratta dagli interni, dalle stanze delle piccole pensioni, dai letti sfatti, dai grotteschi personaggi che ruotano attorno al protagonista di turno. La Yamada non fa trapelare molto di sé nei suoi manga: lascia la parola ai gesti delle sue creature e condisce il tutto con riferimenti alla lingua francese sparsi un po’ ovunque, nel “sommaire”, nei vari capitoli suddivisi in “leçon” o nei titoli, da questo L’amant (L’amante, 1995), a Ero Mara - Les maladies érotiques (1996), da F comme Fraise (2001) fino a Rue de Pélican (2005). Ancora una volta, però, tutto rimane sullo sfondo, perché ciò che interessa all’autrice è fotografare e descrivere rapporti sessuali, meglio se carnali e conditi da lacrime e violenza. Nonostante, infatti, un debutto nel campo dello shōjo manga verso la fine degli anni Ottanta, la Yamada ha presto cambiato rotta, trovando nelle riviste per adulti (Weekly Manga Action, Comic Cue, Manga Erotics e Feel Young) il territorio ideale per poter raccontare con più convinzione e trasporto le pulsioni erotiche dell’animo umano. Non c’è limite alla sua fervida immaginazione, dal sadomaso al fetish, dalla bisessualità all’omosessualità, dal travestitismo a temi tabù come l’incesto. Più che in storie di ampio respiro, la Yamada eccelle nei racconti brevi, in quelle istantanee di coppie spiate nella loro intimità: molti albi, infatti, non sono altro che un campionario di scene madri di film per adulti, intervallate da sensuali pin-up dalla labbra carnose. Uno sguardo al sesso molto maschile, si direbbe, poco romantico e più pragmatico. A rendere ancora più originale il suo lavoro è intervenuto nel 1996 l’utilizzo del Mac e di alcuni programmi come Photoshop che le hanno permesso di sperimentare un’inusuale tecnica narrativa nata dalla fusione di fotografie all’apparenza sfocate (in alcuni casi simili ad acquarelli) con personaggi disegnati.
A differenza di altri manga, però, L’amant ha un debolissimo legame con la Francia (titolo e sommario) e la storia, ambientata in Giappone, risale al 1995 quando ancora la Yamada si affidava quasi del tutto a matite e chine: in tutto dieci leçon pubblicate a intervalli irregolari su «Weekly Manga Action» tra il 1995 e il 1996. Della protagonista non si sa molto: la Yamada informa i lettori sulla sua età (quindici anni), ma non fornisce altri dettagli importanti circa il suo nome e la sua famiglia.
“Il mio nome? Potete chiamarmi come volete. Il mio non mi piace affatto.”
“Se è così, ti chiameremo Hanako.”
“Hanako?”
“Sì, come il nome del mio parrocchetto. Da oggi e per un anno, sarai la nostra amante in questo appartamento. Sarai amata tante e tante volte…”.
A parlare è C, uno dei tre compari che insieme con A e B hanno stabilito di far diventare Hanako la loro amante per un anno intero. In un appartamento senza odori, Hanako inizia a sperimentare il sesso con tre sconosciuti, tra desiderio e paura, in un’escalation di perversioni che avrà fine solo al compimento dei suoi sedici anni. In una storia in cui l’essere umano sembra perdere la propria identità ed essere quasi reificato (l’assenza dei nomi o la scelta di semplici iniziali, A, B e C), i personaggi si muovono in un territorio asettico (l’appartamento senza odori) mossi soltanto da animalesche pulsioni sessuali. Hanako è l’oggetto del desiderio di tre uomini amici sin dall’infanzia (un tempo quattro) e che da adulti vogliono far avverare e condividere un capriccio. Sciolto il patto, A, B e C si congedano dai lettori con una scena in cui sembrano essere ritornati bambini, mentre alla fine Hanako, nonostante un percorso tortuoso fatto di sesso di gruppo, bondage e non privo di traumi (un stupro e una gravidanza), comprende il motivo che l’ha spinta ad accettare la proposta del trio:
“Oggi compio sedici anni. Un anno fa avevo come l’impressione che la mia giovinezza sarebbe durata in eterno e ne avevo paura. Poi un giorno, all’improvviso, ho pensato che se solo fossi riuscita a marcire, a rendermi inguardabile, come ridotta in mille pezzi, avrei potuto seppellire io stessa la mia giovinezza. Invece… il giorno del mio sedicesimo compleanno ho compreso cos’è quel sentimento che ti fa dire «ti amo»”.


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