Autore: Kamimura Kazuo
Anno di pubblicazione: 1977
Numero di pagine: 31
Edizione consultata: Weekly Playboy (12/04/77)
Editore: Shūeisha
“Si avvicinava il capodanno quando, la mezzanotte del ventottesimo giorno, si sviluppò un incendio. Davanti alla porta della casa infuocata si udivano trascinare fuori i cassoni a ruote, mentre la gente scappava con le ceste di vimini e la scatola per la scrittura sulle spalle. Vi erano anche uomini che (…) preoccupati per la moglie e solleciti della vecchia madre, si disperdevano in fuga verso luoghi conosciuti. Era uno spettacolo davvero straziante.”
Il 28 dicembre del secondo anno dell’era Tenna (1682), dal tempio Daienji di Hongō (un quartiere di Edo) si origina un incendio che viene domato soltanto verso le cinque di mattina del giorno successivo: il “grande incendio dell’era Tenna” (Tenna no taika) provoca la morte di 3500 persone. A ricordare questa triste pagina della storia giapponese ci pensa Ihara Saikaku (1642-1693) con il suo Kōshoku gonin onna (Cinque donne innamorate dell’amore,1686), una raccolta di racconti in cui i sentimenti (ninjō) di alcune giovani donne vengono puntualmente sopraffatti dal dovere sociale (giri).
La protagonista di “Storia del fascicolo di verdure e dei fasci d’erbe amorose” è Oshichi (1666?-1683), una ragazza di sedici anni dalla “bellezza impareggiabile come i fiori di Ueno, come il limpido riflesso della luna sul fiume Sumida” e che grazie a tale beltà “non vi era nessuno che non ne fosse innamorato”. Figlia di Yaoya Hachibei, un commerciante di verdure (“Yaoya” significa, infatti, “negozio di verdure”, ma anche “fruttivendolo”), Oshichi si rifugia con la madre al tempio Kichijōji a Komagome al divampare dell'incendio. Tra gli sfollati, lo sguardo della ragazza si posa su Onogawa Kichisaburō: col pretesto di estrargli una spina, i due si innamorano al solo sfiorarsi delle loro mani. Oshichi e Kichisaburō iniziano a scriversi lettere appassionate, senza riuscire però a incontrarsi. In una notte di tempesta, Oshichi si alza, si avvicina alla stanza in cui dorme il suo amato e “per un subitaneo impulso femminile” si scompiglia i capelli. Quella notte, finalmente i due riescono ad amarsi, ma sopraggiunta l’alba, Oshichi deve abbandonare l’amato e fare ritorno alla sua stanza. Tra peripezie di vario genere, camuffamenti e incontri segreti alla luce di un lume, la loro storia procede senza che nessuno sospetti alcunché. La passione amorosa che arde nel petto di Oshichi, però, è così forte da spingerla ad appiccare un incendio: la ragazza è convinta che non le rimane altra scelta se vuole realmente rivedere Kichisaburō. L’incendio che li aveva fatti conoscere, li avrebbe fatti riunire. Oshichi viene scoperta e condannata al rogo, mentre Kichisaburō, incapace di dimenticarla, abbandona il mondo e diventa un bonzo.
La storia di Oshichi diventa il soggetto del racconto di Ihara Saikaku tre anni dopo l’accaduto e la popolarità della storia è tale da meritare trasposizioni per drammi kabuki e jōruri. Anche il racconto di Kamimura Kazuo (1940-86) dal titolo Tōsei Yaoya Oshichi (Una Yaoya Oshichi dei giorni nostri) si ispira a queste vicende, ma si muove su un territorio completamente diverso, più evocativo, quasi una rilettura in chiave moderna. Innanzitutto, la collocazione di questo manga è di per sé indicativa, la rivista Weekly Playboy. Tutto ciò comporta uno sviluppo dell’intreccio narrativo focalizzato, come si legge nella prima pagina, sulle “porno abitudini di una liceale”, sulle sue scoperte legate al mondo della sessualità. Shizu è il nome della protagonista e come la famosa Oshichi, è la figlia di un fruttivendolo. Nella primavera dei suoi anni, Shizu sperimenta per la prima volta il sesso con Ken, un suo compagno di classe, e i due arrivano ad affittare un stanza per i loro incontri segreti. Nel frattempo, però, Ken è cambiato e sembra abbia perso interesse per la ragazza, stanco delle sue continue perversioni. Un giorno, dopo l’ennesimo rifiuto di legarsi a lei, Shizu intravede sotto le scale dell’appartamento un ragazzo irresistibilmente attratto dagli incendi e pronto ad appicarne uno. Proprio in quel momento, Ken ritorna nell’appartamento e consuma il tradimento con Mihoko, un’amica di Shizu. La vendetta è dietro l’angolo: dopo aver iniziato al sesso il giovane piromane, i due aspettano con impazienza di ascoltare il crepitio del fuoco e di osservare le fiamme e il fumo che divampano nel cielo. Mentre la coppia traditrice si ritrova avvolta dalle fiamme, Shizu osserva dalla finestra in lontananza la furia dell’incendio.
Se nel racconto di Ihara Saikaku il fuoco era l’unico rimedio grazie al quale Oshichi avrebbe potuto rivedere il suo amato Kichisaburō, nel manga di Kamimura Kazuo, invece, il fuoco è legato al divampare del desiderio sessuale: “Che cosa mi succede? Perché il mio corpo arde alla vista di un incendio?”, si chiede Shizu. A differenza del racconto originale, poi, chi morirà avvolto dalle fiamme non sarà Shizu, ma Ken, reo di averla abbandonata e tradita. Questo perché le eroine moderne non si lasciano morire, ma sopravvivono all’amato, caparbie e vendicative.
Le traduzioni riportate nel testo sono a cura di Lydia Origlia. Il racconto, dal titolo Storia del fascicolo di verdure e dei fasci d’erbe amorose, è incluso nel volume Cinque donne amorose di Ihara Saikaku, a cura di Gian Carlo Calza (Adelphi, 1979).

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