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mercoledì 16 novembre 2011

"Shiroi heya no futari" di Yamagishi Ryōko


Autore: Yamagishi Ryōko
Anno di pubblicazione: 1971
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Hana to yume comics
Editore: Hakusensha

Resine è una giovane ragazza che ha da poco perso i genitori in un incidente stradale. Piuttosto che restare nella casa della zia, si iscrive nello stesso collegio frequentato in gioventù dalla madre. Qui dovrà dividere la stanza con Simone, una ragazza longilinea, anticonformista e ribelle: Simone fuma, salta le lezioni, fugge la sera dal collegio. Se da una parte Resine è disorientata dal comportamento della ragazza, dall’altra inizia a provare nei suoi confronti uno strano sentimento, un misto di attrazione e rifiuto. Il loro rapporto inizia a prendere una piega diversa durante la rappresentazione teatrale di Romeo e Giulietta: un bacio che doveva essere soltanto scenico, si trasforma in un’aperta dichiarazione d’amore da parte di Simone. Nonostante le due si confessino innamorate l’una dell’altra, Resine non riesce ad accettare questo amore che percepisce come colpa: si rivolge puntualmente a Dio, si dispera tra le lacrime al solo sentirsi etichettata “lesbica” dalle compagne. Per cercare di cancellare ogni traccia di questa amicizia sconfinata nell’amore, Resine inizia a frequentare un ragazzo e trova il coraggio di fuggire via da Simone. Fino al giorno in cui riceva la notizia della morte della ragazza.
Shiroi heya no futari (Le due nella stanza bianca) è un breve manga scritto da Yamagishi Ryōko (n.1947) a ventiquattro anni, due anni dopo il suo debutto sulla rivista Ribon con il manga Refuto ando raito (Left and right, 1969). Considerato giustamente dalla critica come il primo esempio di shōjo manga a tematica lesbica, Shiroi heya no futari ha fatto da apripista a una serie di manga incentrati su amori e amicizie saffiche. Bisogna sottolineare, però, che il numero di queste opere è nettamente inferiore ai manga che trattano l’amore omosessuale maschile, così come, a differenza di questi ultimi, sono storie spesso caratterizzate da identici scenari narrativi e risvolti tragici. Basti pensare, ad esempio, a titoli come Maya no sōretsu (Il corteo funebre di Maya, 1972) di Ichijō Yukari (n.1949), Futaribocchi (Soltanto noi due, 1971) e Oniisama e (Caro fratello, 1974) di Ikeda Riyoko (n.1947). Ma esiste una spiegazione a tutto questo e andrebbe ricercata all’interno di una vasta produzione di romanzi molto popolari in epoca Taishō (1912-1926), i cosiddetti shōjo shōsetsu o “romanzi per fanciulle”. Tra le principali esponenti del genere spicca il nome di Yoshiya Nobuko (1896-1973) con i suoi Hana Monogatari (Racconti di fiori, 1916-1926) e Yaneura no nishojo (Le due vergini nella soffitta, 1919). Gran parte dei racconti sono ambientati in scuole femminili o confessionali cristiane all’interno delle quali le protagoniste sono alle prese con i primi moti del cuore, tra sorellanze e amicizie che si trasformano in amore. Se escludiamo l’happy end di Yaneura no nishojo, molte delle storie finiscono con una separazione: terminati gli studi, infatti, si esaurisce anche il rapporto d’amore/amicizia con escamotage che vanno dalla morte tragica al matrimonio di una delle due. In pratica, l’esperienza omosessuale vissuta all’interno di questi collegi simboleggia una fase di crescita, un istante di quel periodo liminale che è l’adolescenza e che, presto o tardi, finirà. Ecco perché nel manga della Yamagishi risultano vani i tentativi di Simone di convincere Resine a restare con lei, accusandola di “non volersi allontanare dai binari di una vita normale”.
Nonostante il manga soffra di una certa velocità nella narrazione e di un disegno ancora acerbo e poco accattivante, non si può non lodare il tentativo di voler riproporre temi e ambientazioni di un genere letterario ormai desueto per quegli anni. Il finale tragico, poi, si riesce a intuire già verso metà del volume, quando durante una lezione Simone recita una poesia di Rainer Maria Rilke (1875-1926) guardando la sua Resine: Morire si deve perché le conosciamo/ Morire dell'indicibile fiore del sorriso/ Morire delle loro mani leggere/ Morire di donne.

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