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mercoledì 31 agosto 2011

"Terebi bakari miteru to baka ni naru" di Yamamoto Naoki


Autore: Yamamoto Naoki
Anno di pubblicazione: 2000
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Manga F Comics
Editore: Ohta (o Ōta)

Yamamoto Naoki (n.1960) ha tre nomi. O meglio, ne usa tre a secondo dei contesti e delle riviste per cui lavora: Moriyama Tō, Tōyama Mori e, ovviamente, Yamamoto Naoki. Ma negli ultimi anni, la fama del terzo nome ha oscurato quella dei primi due e oggi Yamamoto Naoki è conosciuto come uno dei principali esponenti del fumetto erotico giapponese. Non a caso dal 2000 è stato scelto per ricoprire il ruolo di supervisore per Manga Erotics F, una delle più interessanti riviste del settore, sulle cui pagine hanno trovato spazio i lavori di Nakamura Asumiko (n.1979), Shimura Takako (n.1973), Yamada Naito (n.1965), Yoshinaga Fumi (n.1971) e Asano Inio (n.1980). Allievo della Gekiga Sonjuku di Kazuo Koike (n.1936) e laureato presso la prestigiosa università di Waseda, Yamamoto Naoki è diventato celebre grazie ad alcune serie controverse come Asatte Dance (trad.am. Dance till tomorrow, 1989-1991) e Arigatō (Grazie, 1994) in cui, oltre a intrecciare temi come stupro, nuove sette religiose e violenza, è riuscito a dare un nuovo volto al fumetto erotico. E lo ha fatto liberandolo di tutte quelle fastidiose sovrastrutture narrative che avevano finito per impaludarlo in un genere governato da maggiorate, da mostri tentacolari e da giovani lolite troppo kawaii, ma all’occasione maliziose e vogliose. I personaggi delle sue storie hanno fisionomie comuni, tratti orientali (evidente soprattutto nei personaggi maschili) e vite banali. In pratica, l’ordinario che entra in rotta di collisione con il sesso e lo esplora, attimo dopo attimo, negli sguardi, nelle parole e nei gesti. E se ogni tanto entra in scena il fattore irrazionale (vedi il racconto Hidoi yatsura wa minna koroshi), al lettore non viene fornita alcuna valida spiegazione proprio perché il climax del racconto è già stato raggiunto con la descrizione del rapporto sessuale e con le pose audaci delle protagoniste.
Gli otto racconti presenti all’interno del volume Terebi bakari miteru to baka ni naru (Guardare soltanto la televisione  fa diventare scemi) sono stati pubblicati su diverse riviste (Manga Erotics FSuper JumpShūkan Manga Action) in un arco di tempo compreso tra il 1998 e il 2000. Troviamo di tutto: una liceale catapultata in diverse realtà che si materializzano e scompaiono con un battito di mani; una ragazza la cui mente e il cui corpo sono governati da una manta che si nasconde dentro di lei; una coppia sessuomane che coinvolge una ragazza chiamata a sistemare un guasto a una telecamera; un disegnatore di fumetti erotici  che mette in pratica quello che disegna con una ragazza fuggita di casa; e poi, la scoperta della sessualità da parte di un ragazzo, tra sogno e realtà, tra la calura estiva e l’assordante frinire delle cicale.
Il racconto che dà il titolo alla raccolta è uno dei più interessanti non solo per la struttura delle tavole (quasi tutte divise in quattro vignette rettangolari e con una tendenza all’immobilità della scena), ma anche per il tema di cui tratta: il sesso, in questo caso, è solo un breve intermezzo di poche vignette. L’interesse di Yamamoto si concentra sul fenomeno degli hikikomori, ma non ne analizza le dinamiche che portano una persona a isolarsi nell’universo della propria stanza, ma mette in luce con ironia l’universalità di un fenomeno “particolare”. Immersa in una montagna di rifiuti, di riviste e con la televisione perennemente accesa, la protagonista accetta di farsi aiutare, ma le circostanze dimostrano, appunto,  che a essere infelice non è solo lei. Ci sono soltanto diversi modi per dimostrare la propria insoddisfazione, chi abbandonando il mondo ricreandone uno proprio, chi, invece, continuando a vivere all’esterno e svolgendo un lavoro poco appagante. Ai due protagonisti non rimane che scommettere con la morra cinese per decidere della propria vita.
Ancora tristemente inedito in Italia, Yamamoto si riconferma con questa sua opera un’artista che coniuga l’erotismo più raffinato (ma anche più estremo) del marchese de Sade con la logica illogica di Kafka.

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