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sabato 28 febbraio 2015

# Magazine: Manga Best Seller



Pubblicato dalla KK Best Sellers dal luglio del 1973, «Manga Best Seller» (Manga Besuto Serā) era un quindicinale a fumetti molto simile a «Big Comic» e «Play Comic», se non altro come target di lettori. L’impostazione generale anticipava quella di «Manga Erotopia», un altro quindicinale della stessa casa editrice. Differivano i temi, ma rimaneva costante – sebbene in dosi minori – l’attenzione verso storie che non sdegnavano risvolti erotici. Eppure, nonostante le ottime premesse e gli autori coinvolti nel progetto, «Manga Best Seller» non aveva raccolto i consensi del pubblico, arrivando a una chiusura forzata dopo soli dieci numeri. Si era cercato di fare di tutto per “salvarla”, anche cambiare l’editor dal terzo numero, ma i miglioramenti tanto sperati non arrivavano.
Quali possono essere state le cause di questa interruzione? In primo luogo, andrebbe valutato il contesto editoriale degli anni Settanta, all’interno del quale troppe riviste - spesso simili tra loro – si fronteggiavano in cerca di un pubblico da conquistare. L’offerta era troppo alta e il lettore medio non era in grado di districarsi in quel labirinto di pubblicazioni. In secondo luogo, andrebbero fatte delle considerazioni sul perché il pubblico non era riuscito ad affezionarsi alla rivista e ai suoi fumetti. Come primo fattore, sarei propenso a evidenziare una certa disomogeneità nelle storie presentate, come se mancasse un’impronta ben definita nel progetto. Insomma, nonostante la varietà di stili, sembrava che non fosse stato messo a fuoco né il pubblico di riferimento né il genere narrativo. Oltretutto, se da una parte si poteva contare su due autori importanti e conosciuti (Kamimura Kazuo e Hirata Hiroshi), dall’altra si alternavano storie divertenti, violente e pruriginose, ma piuttosto esili nella struttura narrativa. Perché comprare una rivista di 250 pagine, quando avresti voluto leggerne soltanto 40? Altro fattore dell’insuccesso sono le copertine. Se in uno scaffale, vengono allineante decine e decine di riviste, come sarà possibile emergere sulle altre e catturare l’attenzione dell’acquirente? Se «Manga Erotopia» aveva fatto sfoggio dei disegni di Yokoyama Akira (n.1938), così ipnotici e d’impatto, «Manga Best Seller» aveva scelto un non troppo ispirato Fukai Kuni (n.1935), del quale, però, si apprezzano ben altri lavori.


Com’era strutturata «Manga Best Seller»? Ancora una volta, le prime pagine ospitavano fotografie, o meglio, nudi di avvenenti donne occidentali (spesso della “scuderia” di Penthouse) e di ragazze giapponesi. Il tutto era accompagnato da un poster di Yokoyama Akira. Poi, la solita carrellata di storie lunghe e brevi. A titolo esemplificativo, suddividerò per lunghezza le storie presenti sul primo numero.
I nomi di punta, quelli scritti con caratteri più grandi perfino sulla copertina, erano quelli di Hirata Hiroshi (n.1937) e Kamimura Kazuo (1940-86): il primo con Kubidai hikiukenin, storia di vendetta e risentimento nel Giappone di epoca Tokugawa; il secondo con Panorama-tō kidan (La strana storia dell’isola Panorama), trasposizione a fumetti del celebre romanzo di Edogawa Ranpo (1894-1965). (Immagine 1).

Le altre serie a puntate erano di qualità altalenante. Ōkami to buta (Il lupo e il maiale) – sceneggiato e disegnato da Kawaguchi Kaiji (n.1948)- era una storia dalle non troppo velate sfumature hard boiled, tra forze di polizia e bande di anarchici; Buraikaze (Un vento irresponsabile) - nato dalla collaborazione tra Kawamoto Kō ai disegni e Ogasawara Jūyoshi alla sceneggiatura - era ambientato in epoca Taishō e raccontava la storia di Shingo, un giovane scapestrato alle prese con la yakuza; Chinpira (Teppisti) - disegnato da Yamamatsu Yūkichi (n.1948) e sceneggiato da Hayashi Seiji (1938-77) - raccontava le tragicomiche vicende di un gruppi di perdigiorno, tra risse, donne e alcool; mentre Hadaka no nioi (L’odore del corpo) - disegnato da Kujō Rei e tratto da un romanzo erotico di Yoshiyuki Junnosuke (1924-94) - metteva in scena i diabolici piani di una coppia accecata dai soldi. Di queste quattro storie, Ōkami to buta  e Buraikaze si mantengono su un discreto livello di interesse e coinvolgimento, un po’ meno le altre due, più deboli e prevedibili nell’intreccio. Da un punto di vista tecnico, però, Hadaka no nioi crea un interessante montaggio delle tavole, proponendo un alternarsi di disegni con fotografie di donne reali in pose lascive.


Lo spazio yomikiri (racconti brevi e autoconclusivi) era occupato da Tsuchiya Shingo (n.1947) con Manga Guran Puri (Manga Grand Prix) e Shinohara Tōru (n.1936) con 214gō no onna (La donna della stanza n.214): gradevoli storie sulle quali mi soffermerò in futuro.

Completano il volume, rubriche, un romanzo erotico e gli immancabili gag manga (ben quattro). Il più interessante è Sex Sūpā Wan (Sex Super Dog) di un certo Pinku Za Kiddo (Pink The Kid): si tratta di un fumetto dissacrante e irriverente – quasi ai limiti dell’underground – in cui viene raccontata la storia di un cane, sgraziato e perennemente eccitato, in cerca di avventure con belle cagnette. Immediato è il paragone con il famoso Fritz The Cat di Robert Crumb (n.1943), peraltro omaggiato. In questo Sex Super Dog si respira una comicità più blanda, ma non per questo meno corrosiva.



L'immagine della cover del volume 11-16 di "Manga Best seller" proviene dal sito: Revistas Manga Classics

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