Autore: Muraso Shun’ichi
Anno di prima pubblicazione: 1978
Numero di volumi: 1
Edizione consultata: Erogenica Comics
Editore: Magazine Five
Leggenda vuole che nei
pressi del porto di Yokohama si prostituisse una giovane e bellissima ragazza.
Nessuno conosceva il suo vero nome e la sua identità, ma l’alone di mistero che
era nato attorno alla sua figura e alla sua storia - vera o falsa che fosse
- aveva stuzzicato negli anni la
fantasia di scrittori e mangaka. Tra
questi è doveroso menzionare Muraso Shun’ichi (n.1945) e il suo Shōfu Marī (Mary la prostituta, 1978),
opera imprescindibile del genere ero-gekiga.
In quale contesto editoriale nasceva questo manga? Ma soprattutto, chi è Muraso
Shun’ichi?
Nato a Tōkyō nel 1945, Muraso
aveva debuttato nel mondo dei fumetti a prestito (kashihon manga) nel 1968, realizzando diverse opere prima con
lo pseudonimo di Kisaragi Jirō, poi con quello di Narukami Shun. Proprio con
quest’ultimo nom de plume, aveva
iniziato a farsi conoscere dal grande pubblico di riviste come «Shūkan Shōnen Magazine», «Shōnen Gahō» e «Big Comic». Di lì a poco, Muraso aveva deciso di fare il
grande passo, abbandonando le riviste mainstream – e il tiepido successo che
aveva raccolto – per cimentarsi con il fumetto erotico. Una scelta intelligente,
soprattutto se valutata alla luce del mercato editoriale di quegli anni. Si
trattava, infatti, del periodo d’oro dell’ero-gekiga, un genere che mescolava al realismo del tratto e delle vicende un erotismo estremo, e che aveva trovato larga popolarità
su «Manga Erogenika», «Manga Daikairaku» e «Gekiga Arisu» (Figura 1). Queste riviste avevano ospitato molti manga (il più delle volte racconti
brevi o in poche puntate) che avevano in parte nobilitato un genere (quello
erotico/pornografico) spesso bistrattato e mal considerato dalla critica. Ovviamente
non bisogna generalizzare, ma è innegabile che proprio in quegli anni era
fiorito il talento di alcuni giovani artisti come Dāti
Matsumoto, Nakajima Fumio (n.1950), Kodama Wakashi, Ishikawa Jun (n.1951) e
Miyanishi Keizō. Tra questi, ovviamente, anche Muraso Shun’ichi.
Il suo manga più
conosciuto è, per l’appunto, Shōfu Marī
(Mary la prostituta), pubblicato a partire dal 1978 sulle pagine di «Manga
Erogenika». In commercio esistono
due versioni in monografico, la prima in due volumi editi nel 1980 dalla Keisei
Shuppan, la seconda – completa e in un unico volume – del 2005 per i tipi della
Magazine Five. In entrambi i casi, però, non è stato rispettato l’ordine di
pubblicazione degli episodi su rivista, ma si è preferito riorganizzarli
seguendo un preciso ordine cronologico che tenesse conto dell’età della
protagonista. La serie, quindi, è stata divisa in due parti (dai ichi bu; dai ni bu): l’età della fanciullezza (shōjo
jidai) e l’età della prostituzione (shōfu jidai).
Trama
Un giorno, la giovane Mary
incontra un veggente che le predice il futuro: “un’energia indecente e disonesta, infrangerà i tuoi desideri. Tu,
giovane vergine, verrai sottomessa con la forza (…) e il sesso senza amore ti renderà ricca. Venderai il tuo corpo agli uomini in cambio di denaro…”.
In effetti, gli eventi sembrano dare ragione al veggente e Mary, tra
incredulità e paura, inizia a muoversi in un territorio governato dagli adulti
e dai loro bassi istinti. Il suo debutto come giovane idol della canzone le regala immediata popolarità, ma le apre gli
occhi sul mondo. Per poter continuare su quella strada, infatti, dovrà scendere
a numerosi compromessi e sacrificarsi tra le braccia di ricchi sponsor. Resasi conto dell’impossibilità di diventare una cantante, Mary
decide di abbandonare il suo effimero sogno di gloria per diventare una prostituta. Nessun protettore, nessun garante. Soltanto lei e il suo corpo.
Si aggira per i locali più esclusivi di Yokohama (i riferimenti alla città
sono disseminati ovunque: il parco Yamashita, il quartiere Motomachi, il
cimitero degli stranieri, etc.), sempre pronta ad assecondare i desideri e i
capricci dei suoi clienti. Non andrà tutto per il verso giusto e l’escalation
finale di violenza aprirà un nuovo spiraglio nella sua vita.
Considerazioni
Nel catalogo di Muraso
ci sono titoli ben più riusciti di Shōfu
Marī, ma a livello di popolarità è l'opera che ha funzionato più di tutti. La
protagonista è l’ennesima fanciulla ancora nel fiore degli anni, dall’aspetto
aggraziato e delicato. Simile a una giovane ninfa, Mary si ritrova preda dei
desideri di vecchi e opulenti satiri, disposti a pagare cifre altissime pur di possederla.
Muraso gioca sul binomio bellezza/bruttezza, ma anche su quello
giovinezza/vecchiaia e verginità/prostituzione, proponendo al lettore un manga
di notevole interesse sul piano artistico e formale, un po’ meno su quello narrativo.
La storia è di per sé interessante, ma la costruzione in episodi – frammentari e quasi mai collegati l’uno con l’altro – non giova affatto
all’architettura narrativa generale, spesso poco credibile o ai limiti del
grottesco. Bisogna sottolineare, però, che un lettore di «Manga Erogenika» non andava alla ricerca di manga profondi e pregni di
chissà quale valore morale, al contrario, si accontentava di leggere spudorate
avventure per pochissimi yen. Al diavolo, quindi, la credibilità dell’intreccio!
Meglio una storia ad alta tensione erotica, infarcita a più non posso di
dettagli pruriginosi e scene scabrose, tra bondage, sottomissioni e torture. Ma attenzione. Un lettore inesperto
potrebbe essere tratto in inganno se si ferma a guardare soltanto le copertine
dei volumi di Muraso. L’assoluta eleganza di quelle illustrazioni
a colori non trova riscontro nelle pagine in bianco e
nero dell'albo: la bellezza del tratto di Muraso è innegabile, a tratti poetico e
suggestivo, ma il realismo, la crudeltà e la brutalità delle storie hanno, spesso e
volentieri, il sopravvento su tutto. Le “regole” dell’ero-gekiga, però, esigevano questo e Muraso, più di tutti, sembra
averle rispettate in pieno.



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