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domenica 15 dicembre 2013

"Ore no seishun" di George Akiyama




Autore: George Akiyama
Anno di prima pubblicazione: 1977
Numero di volumi: 2
Edizione consultata: Action Comics
Editore: Futabasha

Quando termina la giovinezza, inizia la tristezza

Tra gli autori più eclettici e discussi del panorama fumettistico giapponese, George Akiyama (n.1943) occupa un ruolo di tutto rispetto. Nonostante un debutto come autore di gag manga (Derorinman; Pattoman ekkusu; Zankoku bebī), Akiyama ha legato ben presto il suo nome a una serie di titoli controversi, ambigui, spiazzanti, violenti ed erotici. Seppur pubblicati su popolari riviste per ragazzi («Shūkan Shōnen Sunday» e «Shūkan Shōnen Magazine»), questi manga rappresentavano una forte volontà dell’autore di rompere definitivamente con il canone classico (e stancamente abusato) dello shōnen manga, in favore di una creazione artistica più complessa e ragionata, svincolata, insomma, da qualsiasi restrizione di carattere editoriale e commerciale. I notevoli Ashura (id., 1970-71) e Zeni geba (Il potere dei soldi, 1970-71) avevano di certo contribuito a far accrescere la sua popolarità  tra il pubblico e i critici più autorevoli, ma lo scossone editoriale aveva avuto come effetto quello di farlo gradatamente allontanare dalle riviste per adolescenti e proiettarlo, così, nel territorio a lui più consono delle riviste di gekiga e di seinen manga («Big Comic Original», « Shūkan  Manga Goraku», «Morning» e «Manga Action»). All'interno di questa categoria rientra Ore no seishun (La mia giovinezza), un manga pubblicato tra il 1977 e il 1978 sulle pagine della rivista «Power Comic».
Trama
Kensaku è un giovane appassionato di boxe, più attento ad ammirare le grazie del gentil sesso che non a studiare per gli esami d’ammissione all’università. Niente sembra interessarlo più delle riviste pornografiche, fino al giorno in cui la giovane e procace Sumire si trasferisce nell’appartamento di fronte al suo. Instancabile onanista, Kensaku mette da parte le sue amate riviste e trasferisce le sue attenzioni sulla nuova vicina di casa. I due stringono amicizia e utilizzano una trave di legno (il loro “pontile dei sogni”) per entrare e uscire dalle rispettive stanze. Ma Sumire non è affatto attratta dal ragazzo e ne rifiuta qualsiasi tentativo di avances. Disperato, Kensaku continua a consolarsi da solo e cerca di mettere in pratica le sue fantasia erotiche con una sua ex compagna di classe, tanto brutta quanto disponibile.
Considerazioni
Il ritratto che George Akiyama ci propone di questo adolescente non è sicuramente tra i più edificanti. Ma chi lo dice che un manga debba necessariamente proporre modelli edificanti? Di sicuro non è questo l’obiettivo di Akiyama. Kensaku, infatti, ci viene presentato nel peggiore dei modi: debosciato, apatico e sessuomane al limite del consentito. E’ talmente attratto dalla materia sessuale da far passare tutto il resto in secondo piano: ma è possibile che la sua giovinezza si debba consumare esclusivamente con la masturbazione e con il sesso occasionale? Anche se ogni tanto i rimorsi di coscienza legati al suo futuro e allo studio tornano a fargli visita, Kensaku si accorge di essere privo di costanza e determinazione, di non aver alcun ideale. Arriva perfino a scrivere il “Diario di un’onanista” e spesso si confessa in preda alla disperazione: “ho un carattere debole. Proprio ieri avevo giurato a me stesso che non l'avrei più fatto, ma me ne pento sempre e soltanto dopo essermi masturbato. Oggi è già la terza volta… (…) È forse questa la mia giovinezza?”. Akiyama, poi, tocca temi ancor più scottanti come le gravidanze indesiderate, l’aborto, la prostituzione e perversioni di vario tipo (travestitismo, gerontofilia, etc.). Il tutto viene raccontato con estrema leggerezza, senza dover necessariamente motivare e approfondire tali argomenti, ma sfiorandoli con ironia e gusto per il grottesco. In altri contesti, invece, Akiyama calca troppo la mano e per il lettore diventa impossibile comprendere le fantasie di Kensaku che, fortunatamente, rimangono sempre e solo tali.
A livello di struttura narrativa, l'autore si affida al classico e rodato sistema degli episodi autoconclusivi: i primi sono incentrati ad esaltare le forme giunoniche di Sumire e i fallimentari tentativi di approccio di Kensaku; col prosieguo, invece, si focalizzano sulle avventure e le fantasie del ragazzo e, in particolare, analizzano il malato e perverso rapporto che instaura con la non proprio attraente Hideko.
Ore no seishun non è di sicuro tra le opere più famose del maestro e, come se non bastasse, è assente dagli scaffali delle librerie nipponiche dal lontano 1979. Dopo la pubblicazione per i tipi della Futabasha, Ore no seishun non è più stato ristampato, forse a causa di alcune delicate tematiche trattate con troppa leggerezza. In fin dei conti, però, questo manga non aggiunge e non toglie nulla alla poetica di Akiyama, anzi si rivela essere l’ennesima e politicamente scorretta rappresentazione dei vizi dell’uomo. Sempre stimolante e interessante.



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